“Dies Natalis” racconta il transito di Santa Rosa
Primo trasporto 2024 emozionante e con il fiato sospeso
“Dies Natalis”, la macchina di santa Rosa ideata dall’architetto Raffaele Ascenzi, ha emozionato l’immensa folla che ha esultato al suo passaggio, nella sera del 3 settembre 2024.
Primo trasporto di questa significativa, quanto meravigliosa macchina che ha fatto vibrare i cuori all’unisono, tenendo conto che in un paio di episodi ha lasciato tutti con il fiato sospeso, quando un candeliere nel Corso ha urtato una grondaia e poi al Suffragio, a causa degli spazi molto limitati e stretti.
Una macchina che pesava, che ha impegnato i 113 cavalieri di ‘Rosina’ di bianco vestiti, che con un immane sforzo hanno compiuto il loro trasporto, guidati e spronati dal già facchino Luigi Aspromonte, che si è trovato catapultato in questa nuova esperienza a causa dell’infarto che ha colpito il super collaudato capotrasporto Sandro Rossi.
Forza, tenacia, impegno fede e devozione hanno fatto sì che questo “campanile che cammina”, come lo definì Orio Vergani guardandola, abbiano trasmesso il messaggio di Santa Rosa, la giovane ragazza cagionevole di salute che ha testimoniato il Vangelo fino al suo ultimo giorno di vita mortale.
Santa Rosa sempre attuale, sempre vicina, faro per i suoi devoti, per i suoi concittadini, per i suoi Facchini che guida nel cammino di santità, santità del quotidiano. Basti pensare che nel1922 fu proclamata patrona della gioventù femminile cattolica italiana e poco dopo anche del Terz’Ordine femminile di san Francesco. Armida Barelli volle espressamente che fosse Rosa da Viterbo, la santa canonizzata “a furor di popolo” ad esserne la patrona dell’Azione cattolica.
È dal 1258, da quando Papa Alessandro IV sognò per tre volte Santa Rosa che chiedeva di essere traslata dalla nuda terra della chiesa della Crocetta dove era stata tumulata, al Monastero delle Clarisse di San Damiano di Viterbo, che nasce il trasporto della macchina di santa Rosa.
Il 4 settembre 1258, infatti, il corpo incorrotto della giovane laica venne portato a spalla da alcuni cardinali, in una solenne processione, ed è per questo che i facchini ancora oggi portano in vita la fascia rossa simbolo dei cardinali.
E proprio Dies Natalis, raccontando ai devoti ed al mondo il transito di Santa Rosa, ossia la nascita al Cielo di ognuno di noi, ci porta a riflettere sul significato della vera vita cristiana e sul nostro ruolo nella comunità e a dove siamo proiettati.
“Una diciottenne capace dopo sette secoli di incantare ancora con il profumo delle sue virtù una città ed un popolo intero“, aveva scritto Monsignor Salvatore del Ciuco in onore della festa di Santa Rosa nel 2004.
Rosa da Viterbo testimone della solidarietà partecipando alle vicende della città, sostenendo i poveri ed i bisognosi, simbolo di coraggio nella verità e nella giustizia, così lontana ed al di fuori dai biechi meccanismi del potere, ha saputo segnare un’epoca, accompagnando ancora oggi la storia della sua città.
Di seguito, per gentile concessione, l’Inno “Nello splendore della Rosa”, di Michele Arena