Ogni mattina Papa Francesco celebra la Santa Messa da Casa Santa Marta, alle 7:00, da quando dobbiamo dare i conti con il subdolo.
Uno dei tanti gesti di questo Pontefice che parla chiaro, senza tanti giri di parole.
Ogni giorno il suo pensiero e la sua preghiera sono per chi è in prima linea contro l’espansione del contagio da Covid-19 e per tutte le problematiche che affliggono il mondo.
Parole che offrono spunti di riflessione in questo tempo così silenzio e doloroso, scandito dal bollettino di guerra serale sui caduti per coronavirus, sui contagiati, sui guariti. Medici, paramedici, volontari, forze dell’ordine,sacerdoti,farmacisti, militari, autotrasportatori, addetti alle pulizie, alle pompe funebri in prima linea, in trincea. Anche la stampa.
Un esercito di eroi, anzi, di “santi della porta accanto in questo momento difficile“, come li ha definiti Papa Francesco.
Dall’altra parte ci sono i familiari, i nuovi poveri, i poveri sempre più poveri poveri, i senzatetto.
Tragiche le immagini di Las Vegas, dall’altra parte del mondo, impegnata a fronteggiare l’emergenza Coronavirus, questa pandemia con i senza fissa dimora messi in quarantena in un parcheggio, con le strisce bianche a terra che delimitano lla distanza sociale. La selezione delle persone, un’ondata di neomalthusianismo. La cultura dello scarto, perché nonostante gli alberghi fossero vuoti, sono stati relegati in un parcheggio. Terribile, triste, mostruoso.
Per farmi coraggio penso alle parole di Papa Francesco quando dice che “ci ricorderemo di questa prova“, ma poi invita ognuno di noi ad aprirci all’altro, al bene per riscoprire i veri valori della nostra vita ed afferma:”La creatività del cristiano deve manifestarsi nell’aprire orizzonti nuovi, nell’aprire finestre, nell’aprire trascendenza verso Dio e verso gli uomini, e deve ridimensionarsi in casa“.
Coronavirus, ti distruggeremo. Covid-19 hai allungato le distanze sociali, ma con la fede e Papa Francesco ci riprenderemo la nostra vita.