Piero Terracina, il simbolo di una memoria da non dimenticare

Un baluardo della memoria: Piero Terracina, morto a Roma a 91 anni.

Era uno degli  ultimi sopravvissuti  all’inferno di  Auschwitz-Birkenau. La Memoria vivente di un ex deportato, il filo conduttore tra un passato comunque recente, ed il futuro delle nostre generazioni a venire, che noi abbiamo il dovere di tenere viva.

Anche a lui, come a Liliana Segre, è stata conferita la cittadinanza onoraria a Campobasso.

Piero Terracina nato a Roma, il 12 novembre 1928 aveva due fratelli, Leo e Cesare ed una sorella Anna, mai tornati dal campo di sterminio. Lui, però, riuscì a scampare al raid delle terribili SS, fino a quando nel 1942 è stato deportato.

A5506 è il numero che ha portato per tanti anni sull’avambraccio destro, ma a quel numero sono legati ricordi indelebili ed orribili che lo rendono il diretto testimone di un orrore chiamato nazismo.

Il suo  funerale inizierà, domani 9 dicembre, alle  13:30 al Portico d’Ottavia, proprio nel cuore del ghetto di Roma,  successivamente alle 14:30, la cerimonia funebre al reparto israelitico del cimitero del Verano.

Cordoglio espresso dal mondo della politica e non:  ” Ho appreso con tristezza la notizia della scomparsa di Piero Terracina – ha commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ultimo tra i sopravvissuti della deportazione degli ebrei romani e testimone instancabile della memoria della Shoah”.
Piero Terracina ha rappresentato con grande dignità il coraggio vero e proprio del ricordo, della testimonianza viva dell’orrore chiamato olocausto.
Infatti in una nota Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma ha scritto: “Oggi piangiamo un grande uomo e il nostro dolore dovrà trasformarsi in forza di volontà per non permettere ai negazionisti di far risorgere l’odio antisemita”.

Anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia  dice: “Nonostante il male subito, Piero Terracina ha dedicato gran parte della sua vita a combattere per il bene dell’umanità e perché l’orrore non tornasse mai più. Che il suo ricordo sia di benedizione”
È così, un uomo memoria che oggi ci lascia una grande eredità. Che il suo ricordo sia una benedizione per le generazioni a venire.

Foto tratta dal web

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