Ombre Festival 2019: un’edizione indimenticabile che segna, ancora una volta, un traguardo eccellente.
È il risultato della sinergia tra poliziotte e poliziotti, civili ed avvocati che hanno dato vita ad una kermesse di alto valore e spessore.
Live motive è la legalità, è il fare luce su quelle ombre che hanno offuscato fatti e misfatti della cronaca italiana.
Alessandro Maurizi, l’instancabile presidente, ha avuto la brillante intuizione di creare Ombre Festival, costola a sua volta dell’associazione Mariano Romiti ed anche quest’anno, è riuscita a celebrare quei valori che ci contraddistinguono.
Salire sul palco di Ombre Festival in piazza del Gesù, per una persona empatica come chi vi scrive, è ogni volta un’emozione. Porto con me tutte le persone coinvolte nel libro che presento, in questo occasione “NA K14314. Le strade della Méhari di Giancarlo Siani”, del poliziotto scrittore Paolo Miggiano. Ma porto anche tutte quelle vicende che sono legate, quelle emozioni che scaturiscono leggendo, facendo approfondimenti, a questo incontro.
Quest’anno il libro di Paolo Miggiano è stato un vero viaggio che, attraverso la Citroen Méhari verde di questo giovane ragazzo ucciso a ventisei anni, abbiamo intrapreso con i miei ospiti sul palco di Viterbo.
Perché abbiamo voluto fare luce su quelle ombre di una morte, sicuramente assurda di un ragazzo giovanissimo, che proprio la ferocia di questo crimine, ha reso ancor più eccezionale, unico per il suo impegno, la sua coerenza, ma anche la sua innocenza e purezza.
La mafia non ha fermato questa macchina. Anzi, ognuno di noi ieri sera, ha percorso un tratto, anche se idealmente, oltre la vicenda di questo giornalista, perché è una storia che ha assunto tanti significati, racchiude tante emozioni, proprio sulla scia di un ragazzo dall’aria scansonata, che si dipingeva sulla faccia il simbolo della pace e che, suo malgrado, è diventato anche lui un simbolo, un simbolo che scuote le coscienze.
Giancarlo Siani è morto solo, è stato lasciato solo: lui, il giornalista precario emblema della stampa libera. Lui, un inviato di guerra, in una guerra della mafia, dove non aveva nessuna voglia di tirarsi indietro. Era così cocciuto da continuare, da persistere nel suo impegno. E noi quella cocciutaggine l’abbiamo fatta nostra, ognuno dal suo vissuto, con le proprie esperienze di vita. Con me, infatti, c’era il Commissario dell’ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo Giulio Cristofori. Successivamente si sono affiancati il vice presidente nazionale dell’Anps, Donato Fersini, ed il commissario Claudio Patara, in rappresentanza del Siulp Viterbo, partnership sin dagli albori di Ombre Festival, già con il segretario nazionale Felice Romano ed il segretario provinciale Viterbo, Giuseppe Becattini.
Tre uomini che danno e molto alla Polizia di Stato. Ognuno di loro ha raccontato ai presenti la propria esperienza come tutori dell’ordine, nel corso della loro carriera. Quel che emerge è il profondo convincimento nel compiere il proprio dovere, sempre e comunque, a difesa e tutela del cittadino, del più debole, nonostante il rischio, nonostante i turni massacranti.
Per gentile concessione del Questore di Viterbo Massimo Macera, si è fermata per alcuni minuti in piazza del Gesù, la volante della Questura. Anche questo un #essercisempre. È stato bello vedere la gente avvicinarsi ai poliziotti per salutarli, per chiedere informazioni. Intanto i colleghi del servizio di Ordine pubblico, pattugliavano a piedi il percorso di Caffeina, per garantire la sicurezza di tutti i presenti ai vari incontri della kermesse culturale.
Guardandoli dal palco mi sono emozionata, ringraziando con il pensiero il Questore Macera per aver esaudito la mia richiesta, in quanto “giornalista a bordo”, per Doppia Vela Ventuno Radio Radio, sulle volanti come corrispondente da Viterbo e fiera vedova di un Sovr. Capo.
Con il Commissario Giulio Cristofori, l’attenta platea, ha avuto modo di approfondire ed apprezzare, la conoscenza del continuo e costante impegno delle volanti sul territorio.
Il viaggio è continuato con Donato Fersini ed il suo racconto di una vita spesa per la Polizia, con servizi sul filo del rasoio, di un uomo che ha fatto la Polizia di Stato e che continua ad onorarla.
I saluti del Siulp sono spettati al Commissario Claudio Patara che, sollecitato dalle mie domande, con garbo ha tessuto le fila del percorso, anche esistenziale, di poliziotte e poliziotti al servizio del cittadino nella nostra città.
L’applauso finale ha sancito il coinvolgimento emotivo ed etico di persone che hanno condiviso con noi, gli ideali ed i valori delle vittime della mafia e della violenza, della stessa professione che li vede sempre in prima linea.
Con i miei straordinari compagni di viaggio, non solo abbiamo ricordato Giancarlo Siani e le tante vite spezzate, ma abbiamo ribadito quegli ideali in cui credeva un giovane giornalista precario, che sono quelli della Polizia di Stato, i nostri e di chi era con noi ieri sera.
Tra i numerosi presenti in piazza, il giornalista RAI Paolo Di Giannantonio, il Consigliere Nazionale Avis Mauro Marinelli, il past presidente Anps Giovanni Bugiotti, l’avvocato del Foro di Viterbo Elisa Fornaro, il presidente dell’Associazione Libellula Libera di Viterbo, Francesco Piccerillo e la vice Antonella Cannuccia ed il geologo Mario Mancini, già presidente Ucsi Viterbo.
Galleria fotografica a cura di Mariella Zadro