Coronavirus, continua la battaglia. L’Italia, allo stremo, in trincea va avanti eroicamente. Dignitosamente. In prima linea contro l’infezione da COVID-19 medici, paramedici, Forze dell’ordine, sacerdoti. Tutti sotto uno stress psicologico devastante.
“Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori – e in particolare la generazione più anziana – stanno pagando un prezzo altissimo”.
Si è espresso così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando di questa terribile emergenza. Una vera guerra che vede donne ed uomini cadere sul lavoro, nel loro generoso atto di sacrificio.
“Instancabile abnegazione”, l’ha definita il Presidente della Repubblica.
Un bollettino di guerra che, ieri sera alle 18:00, la Protezione civile sintetizzava così: i casi totali sono 86498, al momento sono 66414 le persone che risultano positive al virus. Le persone guarite sono 10950.
I pazienti ricoverati con sintomi sono 26029, in terapia intensiva 3732 , mentre 36653 si trovano in isolamento domiciliare.
I deceduti sono 9134, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
Medici, poliziotti, carabinieri, sacerdoti, sono le categorie esposte che hanno pagato un prezzo alto. Gli anziani, memoria della nostra storia, la categoria più fragile decimato nelle case di riposo.
Ieri Papa Francesco dal sagrato della Basilica di San Pietro nel Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, concludendo ha detto: “Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7)”.
Ieri è stato “il Venerdì della Misericordia” della Chiesa italiana. I vescovi italiani, infatti, sono andati nel Cimitero della propria città per un momento di preghiera e benedizione.
Il Coronavirus è morire soli, senza preghiere, benedizioni e funerali, anche se i medici cattolici possono benedire i moribondi.
Coronavirus è necessità di materiale per quelli che si stanno prodigando fino allo stremo in questa lotta all’emergenza COVID 19.
L’infezione da COVID 19 compare a Wuhan a dicembre, l’11 gennaio è stata confermata la prima vittima nel Paese e il 13 il primo decesso fuori confine, in Thailandia. Poi si registrano casi in Usa ed Europa. Il 30 gennaio l’Oms dichiara l’emergenza globale e l’11 marzo la pandemia. Questo è il sunto di un incubo che stiamo vivendo giorno per giorno.
A tutti quegli eroi che si stanno prodigando a fermare questo flagello che sta colpendo l’umanità, va la riconoscenza di un’Italia piegata su se stessa, ma fiduciosa.