Bolsena festeggia oggi la sua patrona: Santa Cristina. Una ragazzina uccisa perché non ha rinnegato il Signore, dopo indicibili tormenti.
Diciassette secoli di storia che nel territorio della Tuscia fede, tradizione e rievocazione trovano il massimo esempio in questo giorno ricco di tradizioni e amore.
Cristina, la figlia undicenne di Urbano, magister militum e di una donna appartenente alla gens Anicia, che legata ad un palo, viene trafitta dagli arcieri nel petto e nei fianchi, per immolarsi finalmente al suo unico Dio.
Cristina, la cui unica colpa, infatti, agli occhi del padre è quella di non professare il culto agli idoli, di non offrirgli incenso. Lei, invece rivolge preghiere al vero Dio, in una cella dove il padre l’aveva rinchiusa con dodici ancelle, che converte successivamente al Vangelo, nonostante sia circondata da ricchezze di ogni genere.
Quando il padre Urbano scopre che le statue degli idoli erano state distrutte da Cristina, per donarne i frammenti ai poveri, si rende conto che la figlia non venera gli dei. Così, la rinchiude in una torre, dove viene confortata da due angeli, che le predicono la dura battaglia che dovrà affrontare nel nome del Signore.
Cristina, colpita da dodici uomini con delle verghe, che cadono a terra per la resistenza della fanciulla, legata ad una ruota per farle stroncare le membra, ma che viene soccorsa da un angelo che spezza la ruota.
Il padre non demorde ed ordina a cinque uomini di gettarla nel lago, con una pesante macina da molino, ma gli angeli la sollevano e san Michele Arcangelo, la riporta sulla riva.
Urbano, dopo essersi strappato le vesti, fa riportare la figlia in carcere, ma nella stessa notte, l’uomo muore. Al suo posto arriva il superstizioso Dione che decide di far immergere Cristina in una culla metallica ripiena d’olio su di un gran fuoco, mentre Lei loda Dio.
Cristina che abiura ancora una volta gli idoli al tempio e nello stesso istante la statua di Apollo si FRANTUMA, ed una scheggia colpisce a morte Dione.
Ma a Bolsena arriva un nuovo tiranno, Giuliano che subito fa preparare una grande fornace, per farvi gettare la piccola perseguitata. Dopo cinque giorni, Cristina, viene trovata nel forno, a parlare con gli angeli.
Cristina, che neppure aspidi e vipere riescono ad uccidere. Giuliano in preda ad un odio feroce nella calda giornata del ventiquattro luglio, dopo aver perso la vista per un frammento di lingua di Cristina, ordina di farla trafiggere dagli arcieri.
Solo in quell’istante la giovanetta consegna la sua vita al Signore, così amato fino all’ultimo respiro. Siamo nel 254 d. C.
Nella necropoli della primitiva comunità cristiana di Bolsena viene deposto il corpo della Martire e la posizione sulla via Cassia, facilita il culto della sua devozione. Tappa obbligata dei pellegrini sulla via Francigena alla volta di Roma, ancora oggi testimonia un culto molto sentito.
Cristina che viene invocata per scacciare demoni, patrona dei mugnai, arcieri, marinai è onorata dalla Chiesa d’Occidente con l’appellativo di Taumaturga e Ammirabile e da quella d’Oriente come Grande Martire.
Parte dei suoi resti mortali si trovano nella splendida Basilica di Santa Cristina, nella cripta ottocentesca che custodiscono un sarcofago del IV secolo ritenuto la tomba della Martire.