La scuola come laboratorio di interiorità

Quadrilogia di tre brevi spunti da concretizzare, più una sorpresa finale…

ESSERE SOLO STUDENTI O ANDARE OLTRE?

– Primo “petalo” –

Porsi ulteriori domande, cercare nuove possibilità, guardare i vecchi problemi da un nuovo punto di vista richiede immaginazione creativa e segna i veri progressi della scienza

(Albert Einstein, fisico)

 

Un adulto creativo, è un bambino sopravvissuto”.

(Ursula Kroeber Le Guin, scrittrice)

 

Non ci sono lupi cattivi, ci sono lupi tristi”.

(S. Francesco d’Assisi)

Secondo recenti statistiche, poco più del 20% del successo di un individuo dipende dal suo Q.I. (quoziente intellettivo), circa l’80% del successo è attribuibile ad altri fattori, evidentemente più determinanti dell’intelligenza logica e astratta legata al cervello razionale.

In quell’80% entrano in campo anche i fattori della dimensione affettiva e relazionale.

Le emozioni positive, i sentimenti positivi ci fanno sentire sicuri, ci fanno sentire a casa; aiutano anche a mantenere la coerenza dei ritmi fisiologici, per esempio del ritmo cardiaco. Le emozioni ed i sentimenti negativi ci fanno sentire svalutati o di valere poco.

Chi ha bassa o nulla autostima è come colui che parte per scalare un monte con le ciabatte da mare, chi ha bassa autostima è facilmente triste o arrabbiato col mondo oppure si prefigge di dar fastidio a qualcuno. Credo non ci siano ormai più dubbi che le problematiche evolutive e personali o che la mancata gestione dell’ansia possano influire su una prestazione scolastica o professionale; capita anche ai grandi campioni dello sport.

La scuola è un luogo di apprendimento intellettivo, ma anche di formazione dell’individuo, olisticamente inteso e inserito in una comunità.

Quasi tutti affermano che la scuola debba prendersi cura delle componenti affettive, sociali e creative degli alunni, affinché essi non crescano deconnessi dalla propria interiorità profonda, cioè spersonalizzati.

La scuola, però, in troppe occasioni privilegia scelte più materialistiche, tecnologiche e burocratiche, ricercando valutazioni cosiddette “oggettive”, parcellizzando il sapere, a scapito dell’anima, del pathos. Troppo spesso predilige l’uniformità invece della creatività.

A scuola gli alunni devono conoscere tante nozioni, ma si conoscono poco tra di loro. Il tempo scolastico e i contenuti sono aumentati senza tener conto dell’armonizzazione dello sviluppo intellettivo e di quello affettivo.

Apprendere è molto più che studiare, non è solamente conoscenza: è esperienza; è scoperta sempre più profonda della propria essenza. È un viaggio verso e dentro se stessi.

Nei miti antichi l’espressione “andar lontano” può essere tradotta con “avvicinarsi a se stessi”, “entrare dentro la propria essenza”; come “salire sul monte” può significare “meditare per ritrovare se stessi”; allo stesso modo “trovare un filtro miracoloso” può corrispondere a “essere consapevoli del divino che ognuno ha dentro, scoprire e fare esperienza (non solo parlarne) del Sé che trascende l’Io”.

Comunque sia, si viaggia verso mète lontane, per arrivare al proprio nucleo profondo e scoprire altre potenzialità: il vello d’oro è dentro ognuno, non fuori.

Ovvio che servano strumenti specifici e persone educanti che aiutino bambini e ragazzi a “contattare” nel profondo il proprio Sé corporeo, emotivo, creativo, sociale.

Davide Pagnoncelli

Per esemplificare è importante:

allenare il coraggio nel saper affrontare le frustrazioni; aiutare a gestire le spinte aggressive verso chi pone dei limiti; aumentare i livelli di autostima; insegnare l’ascolto attivo e passivo perché  sentire non equivale ad ascoltare; individuare le caratteristiche umane degli alunni; stimolare le competenze di autovalutazione, sia rispetto ai prodotti che ai processi; apprendere a gestire l’ansia, a riconoscere e a comunicare meglio i propri stati emotivi; far emergere la motivazione ad apprendere, soprattutto in chi è scoraggiato per il fatto che non si percepisce adeguato.

Inoltre, sarebbe efficace intervenire con varie metodiche per aiutare lo studente ad attivare le proprie potenzialità creative ed energetiche e poter gestire stress, ansia e frustrazione: per esempio tramite tecniche di rilassamento, visualizzazioni guidate, metodiche legate alla PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) e a varie tipologie di meditazione. In riferimento a quest’ultima, numerosi sono gli studi scientifici che puntualizzano gli effetti benefici della meditazione, sia dal punto di vista biochimico e fisiologico, sia dal punto di vista psicologico e spirituale.

Dr. Davide Pagnoncelli

– Fine prima parte –

 

 

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