Il cuore di Santa Rosa in Sardegna nella chiesa di San Michele Arcangelo a Nurri
Dal 27 al 20 marzo 2025, anno del Giubileo
Lo scorso 12 ottobre nella chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo di Nurri, sud Sardegna in provincia di Cagliari, don Fabrizio Deidda ha reso noto l’esito della sua richiesta al vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza, riguardante la reliquia del Cuore di santa Rosa da Viterbo.
È stato infatti il dott. Pierpaolo Manca, referente dello sportello Ufficio Immigrazione della Caritas diocesana di Viterbo e appartenente all’ équipe pastorale carceraria, a leggere la lettera del vescovo con la risposta.
Notizia che è stata data dallo stesso sindaco di Nurri, Antonello Atzeni in un post su Facebook, nel quale ringraziava Pierpaolo Manca per l’interessamento.
Nurresi e non, quindi, riceveranno la Reliquia nell’unica chiesa dedicata alla patrona di Viterbo in Sardegna, nei giorni dal 27 al 20 marzo 2025, anno del Giubileo.
Si tratta di un evento unico, poiché la sacra reliquia del Cuore di Santa Rosa non è mai uscita da Viterbo, a parte quando viene portato in processione per le vie della città e quando sorvola a bordo di un elicottero dell’esercito italiano, tra le mani del vescovo il cielo Viterbese e della Tuscia per benedire la popolazione.
Santa Rosa in Sardegna è venerata non soltanto a Nurri, dove dalla fine di agosto, fino alla prima settimana di settembre, viene celebrata con grandi festeggiamenti sia civili che religiosi.
Era il novembre del 1921, quando papa Benedetto XV ordinò che venisse effettuata una ricognizione del corpo della Santa a “furor di popolo” mai canonizzata, conservato in un’urna d’argento in metallo dorato.
Il Papa, infatti, temeva che l’afflusso dei pellegrini che toccavano e baciavano la mano della Santa, potesse danneggiare il prezioso corpo. Proprio in quell’occasione il corpo di Rosa, venne misurato nella lunghezza, che risultò essere di metri 1,295 e nel peso di kg. 5,180. Insieme al Cuore, venne portato in processione per le vie della città, il 13 novembre 1921.
Durante la ricognizione medica, oltre al cuore incorrotto,vennero rinvenuti nello stomaco della Santa alcuni acini d’uva che le Monache custodiscono tutt’ora come reliquie. Era infatti tradizione dell’epoca che l’uva del tempo della vendemmia, venisse conservata essiccata in inverno.
È probabile che quelli trovati nella ricognizione siano stati offerti alla piccola Rosa dai genitori negli ultimi istanti di vita per lenire l’arsura della figlia morente.
L’attuale reliquiario che conserva questo cuore incorrotto fu Donato da papa Pio XI, quando Armida Barelli presidente dell’Azione Cattolica femminile chiese ed ottenne che Santa Rosa fosse nominata dal Pontefice patrona della Gioventù femminile.
L’equipe medica guidata dal dottor Pietro Neri riscontrò, quindi, dopo 7 secoli la miracolosa conservazione del corpo di Rosa.
Il suo Cuore è stato venerato da molti Papi: da Alessandro IV, fino a Papa Giovanni Paolo II.
22 Pontefici sono venuti nel Capoluogo della Tuscia, al santuario di Santa Rosa, per pregarLa.
Era, infatti, il 27 maggio quando Karol Wojtyla, fece sosta presso l’urna della Santa, nella sua visita pastorale. Per l’occasione, firmò una pergamena che la madre abbadessa aveva preparato in ricordo della sua visita.
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