Giulia Cecchettin, l’ennesima vittima di una tragica realtà chiamata femminicidio

Nei giorni scorsi è stata scritta un’altra tragica pagina, l’ennesima, di un copione ormai sempre più ripetuto: la sconvolgente uccisione di Giulia Cecchettin, la ragazza di ventidue anni, che giovedì 16 novembre si sarebbe dovuta laureare in Ingegneria biomedica.

Proprio qualche giorno prima, il sabato in cui è scomparsa, Giulia  aveva inviato alla relatrice la versione finale della tesi, che lunedì avrebbe presentato all’ateneo di Padova per l’approvazione. Giovedì ci sarebbe stata la discussione. Questo traguardo è stato interrotto dall’ ex fidanzato, questa giovane vita è stata spezzata dalla follia, lasciando i familiari nello sgomento e nel dolore, dopo ore ed ore di apprensione, di accorati appelli.

Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin

Una ragazzina acqua e sapone che aveva un fidanzato lasciato perché a volte le storie finiscono, con il quale  era scomparsa da giorni, finché non è venuto fuori il video di un’aggressione di lui a lei, che aveva fatto presagire il peggio e che alla fine si è puntualmente verificato.

Inutile citare statistiche e dati sui femminicidi in Italia, troppo sterile ed asettico, perché alla fine le vittime non ci sono più e le famiglie si ritrovano sole e piegate da un dolore straziante e pesante.

Tante le domande che, ancora una volta, ci siamo posti dopo una notizia del genere, ma è pur vero che ci dobbiamo rendere conto che abbiamo tutti le nostre responsabilità, consci che non serve soltanto l’inasprimento delle pene, ma bensì un netto cambiamento educativo, di come comportarci nella società. Diciamocela tutta: le donne, in quanto tali, sono vittime. È questa la terribile storia che si ripete, nonostante l’avanzamento delle leggi civili e penali, il Codice rosso sempre più al passo, perché tutto questo da solo non basta, se la cultura non fa altrettanto.

Lo dobbiamo a Giulia Cecchettin, a Simonetta Cesaroni, Serena Mollicone, a Federica Mangiapelo a Roberta Ragusa, Elisa Claps, Melania Rea, Sara Di Pietrantonio, Pamela Mastropietro, Concetta Morruocco, Saman e tante altre che non hanno avuto piena giustizia, ma che invece sono state brutalmente strappate dall’amore dei loro cari, di chi le ha conosciute.

Donne che sono entrate nelle nostre esistenze, loro malgrado, che fanno parte della nostra storia, perché in ognuna delle tante, troppe vittime, ci siamo anche noi, perché loro sono ognuna di noi e noi siamo ognuna di loro.

Tristi epiloghi di storie che per la violenza psicologica di maschi malati che scambiano l’amore con il controllo ed il possesso, scaturiscono in relazioni tossiche che iniziano come amore, ma che poi  diventano ben altro, per poi sfociare in omicidio, perché lui non accetta di essere lasciato, non accetta che la donna sia pari o più di lui o perché ucciderle sia la migliore soluzione se si ha un’amante.

C’è ancora molto da fare, se si vuole veramente cambiare e migliorare questa società lacunosa, perché anche la vicenda di Giulia ci chiama in causa.  Come sostenuto dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, nel suo messaggio di auguri alle donne in occasione dell’8 marzo 2019 : “La condizione delle donne attesta il grado di civiltà di un Paese” e quindi ancora una volta non è andata come deve andare, visto che in Italia sono oltre 100 le donne uccise nel 2023 e, quindi, Giulia Cecchettin è l’ennesima vittima di una tragica realtà chiamata femminicidio.

Foto tratte dal web

 

 

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