Può capitare di concedersi qualche giornata di relax di tanto in tanto, una gita ‘fuori porta’, spingendosi magari a Frascati, conosciuta anche come Città del Vino, in quanto vi si producono vini famosi in tutto il mondo: il Frascati Superiore, Cannellino entrambi DOCG e il Frascati DOP.
Per non parlare del patrimonio culturale, basti citare, ad esempio, la bellissima basilica cattedrale di San Pietro Apostolo, con la splendida facciata barocca, risalente al 1599.
Passeggiando poi per le vie, visitando Villa Aldobrandini e Villa Falconieri, acquistando qualche souvenir da portare alle amiche, ciambelle al vino, biscottini con miele e pepe, pampepati e pangialli, può capitare di stancarsi.
Provvidenziale la bella panchina rosa, accanto a Tezenis, che fa pensare ad un libro aperto, con una scritta che riporta una citazione attribuita al drammaturgo William Shakespeare, accanto al viso di una donna ricoperto da fiori, che recita così:
“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata“.
Un segno significativo, un simbolo di civiltà, di sensibilità e vicinanza verso tutte le donne vittime di violenze, ma anche un simbolo contro le discriminazioni e le violenze di ogni genere.
Una panchina, molto comoda ed accogliente, che ha anche un peso considerevole: ben 13 quintali, installata grazie alla Ditta EDIL Fermi Snc, ma una poltrona fortemente voluta, nello scorso marzo 2022, dalla consigliera Paola Gizzi, finanziata dall’imprenditore locale Giorgio Pisanelli.
Tra l’altro questa panchina fa parte del primo atto della Carta dei Diritti per l’eliminazione delle discriminazioni e quindi la parità di genere presentata e approvata all’unanimità in Consiglio Comunale a Frascati.
Dunque, un grande segnale, un simbolo con un messaggio di solidarietà e rispetto e, a dirla tutta, un luogo di ristoro comodo e provvidenziale, al quale anche chi vi scrive, è piacevolmente ricorsa con la sua cagnolina, ricordando tutte le donne uccise. In quei momenti ho avuto modo di pensare alla vigilia della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, che ricorre il prossimo 26 novembre. Questa data non è stata scelta a caso: il 25 novembre 1960, infatti, vennero torturate le sorelle Mirabal dai militari di Trujillo, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal.
Da quel momento divennero attiviste del “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino con l’obiettivo di opporsi alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo. Il 25 novembre è stato scelto, proprio per ricordare l’uccisione delle tre sorelle.
Il nostro Paese ha scritto un’importante pagina nel contrasto della violenza di genere con la Legge 27 giugno 2013 n. 77, approvando la ratifica della Convenzione di Istanbul, redatta l’11 maggio 2011. Le linee guida tracciate dalla Convenzione costituiscono, infatti, l’opportunità per varare efficaci provvedimenti, a livello nazionale, e per prevenire e contrastare questo fenomeno.
Quest’anno sono state ben 34 le donne uccise in meno di sei mesi in Italia per mano di coloro che dovrebbero amarle, secondo i dati del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia.
Per chiedere aiuto, il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L’App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. Inoltre, è possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522.
Anche la Polizia di Stato è accanto alle donne tramite l’App YouPol realizzata per segnalare episodi di spaccio e bullismo, successivamente estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche.
Quindi come sottolineato dal Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato il prefetto Francesco Messina in una recente intervista a firma di Salvo Palazzolo: “Perché la prevenzione funzioni è essenziale denunciare i violenti“, perché se vi usa violenza fisica o psichica non è amore.
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