Foibe, il Giorno del ricordo celebrato a Viterbo nel nome dei martiri della Tuscia

Foibe una parola incancellabile, testimonianza silenziosa di un orrore che ancora oggi suscita dolore. 

Migliaia di italiani che sparivano misteriosamente e poi buttati ancora vivi negli inghiottitoi carsici. Il loro ricordo richiede un grande impegno ed una continua testimonianza.

Viterbo, questa mattina 9 febbraio, ha reso omaggio a chi non è più tornato all’affetto dei suoi cari, a chi è ancora laggiù, infoibato.

Il corteo, partito da piazza del Teatro è sfilato passando per il Sacrario, per poi giungere a Largo delle Foibe istriane, proprio dove si trova la stele che porta il nome di Carlo Celestini, la prima vittima della Tuscia individuata.

Il ricordo, quindi, per far conoscere una verità negata per troppo tempo. “Una cerimonia importante anche per le riflessioni che stimola e produce – come sottolineato dal Dr. Salvatore Grillo viceprefetto di Viterbo- affinché il ricordo non si perda,  e sia mantenuto con doveroso rispetto verso tutti i caduti per la Patria”.

Ricordo, la parola chiave di una Giornata istituzionale che la consigliera provinciale Lina Delle Monache definisce   “Una pietra solida come  solido deve essere il nostro impegno condannando ogni forma di violenza”.

10 febbraio per “Non dimenticare e ricordarci  quanto male può portare l’odio ideologico” ha ribadito con fermezza il sindaco Giovanni Maria Arena.

10 febbraio sempre più nel ricordo di Norma COSSETTO, come puntualizzato dal presidente del Comitato 10 febbraio, Maurizio Federici.

La giovane ragazza Istriana, studentessa di Lettere all’università di Padova, barbaramente uccisa e seviziata, a 23 anni, da un gruppo di partigiani titini.

La sua terribile vicenda è legata ad un’iniziativa, “Una Rosa per Norma Cossetto, promossa dal comitato 10 febbraio, che consiste nel deporre una rosa in un luogo simbolico per ricordare il suo barbaro martirio. Ed è proprio Maurizio Federici a definire la ragazza “La testimonianza, il simbolo delle donne che subiscono violenze”.

A lei, come ricordato dal sindaco Arena sarà intitolato il Parco di Via  del Colle di San Martino, nel centenario della sua nascita.

Non a caso quest’anno sono solo le donne a portare lo strisciane del Comitato 10 febbraio.

Giorno del ricordo per fare memoria di quelle vittime viterbesi che attualmente sono 15, delle quali 5 della Guardia di finanza, 5 dell’Arma dei carabinieri, 3 della Polizia ed 1 sottufficiale dell’Esercito.

Quest’anno l’attenzione è focalizzata dal giovane poliziotti in forza a Spalato, Fulvio Pulcinelli di Fabrica di Roma, fucilato con gli altri suoi colleghi, davanti al cimitero di Spalato.

Giorno del ricordo a Viterbo è anche Ferruccio Giurini, accompagnato dal figlio Walter, l’esule che nel 1949, con alcuni amici più grandi di lui ha attraversato la Adriatico con una barca a remi, Per poi finire nel campo di prigionia le fraschette di Alatri con il numero di matricola 1099. Giurini, nato a Zara nel 1932, è la testimonianza vivente di chi ha provato sulla propria pelle questo dramma.

È sempre bene ricordare – ribadisce Silvano Olmi del Comitato 10 febbraio – perché sentiamo fortissimo il valore della Patria, espresso nel Tricolore”.

Una realtà, per troppi anni oscurata, una memoria da conservare.

Presenti rappresentanti delle varie associazioni d’arma e combattentistiche e rappresentanti delle Forze armate.

 

 

 

 

 

 

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