Coronavirus, la spesa degli Italiani dal lockdown in poi

La spesa al tempo del coronavirus: è cambiato tutto. Come fare la spesa, cosa comprare, quali  criteri  di scelta. Tutto cambiato.

Dall’inizio pandemia al lockdown  il consumatore ha ragionato in gran parte, come chi vive in un bunker e deve, quindi, approvvigiornarsi.

Dal momento in cui si prende il carrello, è cambiato il modo di gestire l’operazione spesa.

Mai avremmo immaginato di dover ricorrere ai guanti, ad usare il gel disinfettante prima di entrare in un supermercato o negozio, al massimo alcuni di noi lo facevano dopo, una volta saliti in macchina.

Per quanto riguarda i generi alimentari, molti  hanno scelto cibo in scatola, tipo carne o verdure,  ma anche surgelati.

Con le misure restrittive del lockdown e la conseguentecchiusura di palestre e piscine ed il divieto di attività sportive nei parchi, sospeso l’acquisto di integratori e bevande per gli sportivi.

Insomma, un effetto bunker. Gli italiani si sono riforniti con vere e proprie scorte da assedio. Sembrava di stare in  guerra, una guerra dei tempi moderni.

L’emergenza Covid-19 ha spaventato un po’ tutti e fatto scattare timori. Eppure i trasportatori hanno garantito il loro servizio, assicurando le scorte nei supermercati.

Piano la situazione si è allentata, gli approvvigiornamenti, seppur costanti, sono stati indirizzati verso i freschi ed i freschissimi. Conserve di verdure, pasta, riso e olio, lievito e farina a grande richiesta. Insomma, gli Italiani si sono scoperti  panettieri, pasticceri, pizzaioli, con tanto di chef ed aiuto chef. Per non parlare delle scorte di uova, latte, burro.

 

Ma l’attenzione degli italiani è indirizzata sopratutto verso le mascherine, i gel disinfettanti ed i guanti. Tutti introvabili, o quasi.
Sono generi che hanno registrato un notevole incremento di vendite, come per termometri, alcol etilico, disinfettanti per superfici.

Gli Italiani, presi dalla mania della pulizia anti coronavirus, disinfettano, aprono le finestre e lavano molto più di prima.

La spesa al tempo del coronavirus è cambiata, come la nostra vita. Speriamo in meglio, sempre in meglio.

 

 

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