Cuzzoli e Cortellessa, un eccidio di 38 anni fa

11 agosto 1980, Viterbo conosce la triste e dolorosa realtà di cosa significhi avere a che fare con i terroristi di Prima Linea.

 

A pagarne le conseguenze, tre Carabinieri, tre padri di famiglia, tre persone oneste e perbene: il brigadiere Pietro Cuzzoli, l’appuntato Ippolito Cortellessa e poche ore dopo, per un incidente, il maresciallo Antonino Rubuano, comandante presso la stazione dei carabinieri di Montefiascone.

 

A cadere crivellati di colpi, sono Pietro Cuzzoli ed Ippolito Cortellessa, in un conflitto a fuoco con alcuni brigatisti rossi, in fuga dopo aver compiuto una rapina presso la filiale del Banco del Cimino, al quartiere Pilastro, per finanziare le loro azioni.

I fuggitivi, infatti, si fermano a mangiare un gelato a Ponte di Cetti, in attesa del pullman della linea Co.Tral, direzione Roma. I due carabinieri a bordo della gazzella Alfa 1800, allertati dalla sala operativa,  si dirigono proprio incontro alla morte.

Sono due le gazzelle di turno  nel capoluogo della Tuscia,  ma è proprio quella con a  bordo  il brigadiere Cuzzoli  e l’appuntato Cortellessa ad arrivare dove si trovano i terroristi. Gli assassini, confusi tra i pendolari, invece di esibire i documenti, li  uccidono senza alcuna pietà.

In pochi minuti i due carabinieri, pur reagendo, cadono sotto i colpi di bestie disumane che in nome di Prima Linea, estrema sinistra nata nel 1976, sparano con ferocia.

Monumento ai Carabinieri, Viterbo

Due vite annientate, due famiglie distrutte, due mogli senza più il loro marito, quattro bambini senza un padre. Il brigadiere Cuzzoli reagisce e comunque ferisce il terrorista Michele Viscardi che, successivamente si pentirà del folle gesto.
I terroristi fuggono, lasciando sull’asfalto i due carabinieri, i due eroi del quotidiano.

La giovane vedova di Pietro Cuzzoli Luisa D’Ambrosio e la signora Beatrice Principe, moglie di Ippolito Cortellessa, scomparsa qualche anno fa, non vedranno mai più il padre dei loro figli.

Arma dei carabinieri

Inizia la caccia ai banditi, le  Forze dell’Ordine rastrellano ogni angolo di Viterbo e provincia, come il maresciallo Cervelli ed il maresciallo comandante della stazione di Montefiascone, Antonino Rubuano. Quest’ultimo muore in un tragico incidente automobilistico, alla ricerca di quei “mostri assassini”. La mitraglietta conficcata nell’impatto: una morte atroce.
Un’altra vittima del terrorismo, un’altra moglie vedova, due figli senza il loro papà.

Viterbo si trova così, catalputata nella triste realtà dello strascico di quegli anni definiti “di piombo”.

Restano tre Medaglie d’Oro al Valor Militare alla Memoria, simbolo di dolore, sangue, morte, lacrime e tanta dignità.

Pietro Cuzzoli e Ippolito Cortellessa.<br /> Foto di Massimo Luziatelli
Pietro Cuzzoli e Ippolito Cortellessa.
Foto di Massimo Luziatelli

Di Pietro Cuzzoli ed Ippolito Cortellessa rimane una foto che li ritrae insieme,  proprio qualche giorno prima del tragico episodio. A scattarla il giornalista de Il Messaggero,  Massimo Luziatelli.

Carabinieri

Tre Carabinieri che l’Arma  ricorderà  in una cerimonia a Ponte di Cetti, sabato prossimo, perché ogni 11 agosto ci sentiamo figli, fratelli, mogli di tre silenziosi eroi del quotidiano.

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