Mario Prugnoli, il custode della Grotta di Marta devoto della Madonna

Era il 31 ottobre del 2016, quando Mario Prugnoli, chiamato dai suoi compaesani ‘Zì Mario’, si spegneva, all’età di 101 anni, classe 1915, all’ospedale Belcolle, di Viterbo.

Una persona umile, dallo sguardo dolce e rassicurante: era l’anziano veggente che, chi vi scrive ha avuto la possibilità di conoscere ed apprezzarne le doti di fervente cristiano e persona mite, ha avuto delle apparizioni della cosiddetta Madonna della Grotta di Marta, un paese che si affaccia sul lago di Bolsena, a pochi chilometri da Viterbo.

Grotta delle Apparizioni di Marta
Grotta delle Apparizioni di Marta

 

Una vita di sacrifici, di duro lavoro come pescatore e di tanta preghiera la sua. In avanti con gli anni, (era nato il 10 maggio 1915), nonostante gli ‘acciacchi’, ogni giorno si recava nella Grotta che con amore curava ed accoglieva le persone affrante da problemi, da gravi malattie. Ma soprattutto, una vita impastata di preghiera ed abbandono fiducioso in Gesù e Maria.

Quella di Mario Prugnoli è una  testimonianza silenziosa e discreta, nonostante alcune malelingue svanite nel nulla della loro stessa cattiveria diabolica.

Mario Prugnoli, Marta
Mario Prugnoli

Aveva per tutti parole di conforto e speranza, invitando curiosi e fedeli ad affidarsi alla Madonna e confidare nel Signore. Ogni giorno era lì, in quella Grotta umida, umile custode di quel luogo santo, tra lumini e fiori. Negli ultimi tempi sosteneva di vedere e parlare con la Madonna giornalmente.

Mario Prugnoli, Grotta delle Apparizioni di Marta
Mario Prugnoli, Grotta delle Apparizioni di Marta

 

Il giorno del funerale, il feretro di Mario Prugnoli era stato portato presso la Grotta delle apparizioni,  per un  ultimo saluto, rispettando la sua espressa volontà. Dopo il rito funebre presso la chiesa Collegiata, la salma era stata tumulata nel cimitero di Marta.

 

Madonna della Grotta delle Apparizioni di Marta
Madonna della Grotta di Marta

Quella delle apparizioni della Grotta di Marta inizia il 19 maggio 1948, quando tre bambine: Ivana, Brunilde e Maria Antonietta, di circa otto-nove anni, all’uscita da scuola, decidono di andare a cogliere i fiori per la processione del Corpus Domini. Celebrazione molto sentita in quella zona, perché legata alla vicina Chiesa di Santa Cristina a Bolsena, dove l’ostia cominciò a trasudare sangue. Depongono la cesta con i fiori per la processione, in una cantina,  perché si conservassero.

Nel posare il cesto, vedono una luce fortissima e sul muro un quadro con Maria che tiene in braccio Gesù Bambino. Immediatamente corrono a riferire l’accaduto alle loro mamme, ai vicini, tanto che il giorno successivo, bisogna ricorrere all’ordine pubblico.

Visitatori, curiosi, ma soprattutto episodi miracolosi accaduti all’indomani dell’apparizione, circa 300 stando alla cronaca. Tutti a Marta, in questo luogo santo, di pace e letizia.

Chi vedeva una luce, chi la Vergine Maria, chi San Giuseppe, chi anime di trapassati, persone che si sentono chiamate ad andare lì. Questo accade nella Grotta di Marta. Una bambina guarisce da un male incurabile, il sole inizia a roteare.

Grotta delle Apparizioni di Marta
Grotta delle Apparizioni di Marta

 

Circa quarantamila fedeli assistono all’ambiente fenomeno.

Don Liberato Tarquini, Grotta delle Apparizioni di Marta
Don Liberato Tarquini, Grotta delle Apparizioni di Marta

Vengono, quindi, istituite  commissioni d’inchiesta con il parroco dell’epoca don Liberato Tarquini.

Apparizioni e miracoli per tre giorni consecutivi: non era mai successa una cosa del genere.

Da allora, ogni giorno si recita il Santo Rosario alle 15:00.

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