Tommasa Alfieri, ispiratrice e guida spirituale
I pensieri di una donna che viveva veramente il messaggio evangelico
Ci sono persone che lasciano il segno nella nostra vita. Qualcosa di loro è rimasto in noi, nei nostri pensieri, nei nostri ricordi. Per quanto mi riguarda sono significativi segni, impronte indelebili, come quelle dei miei genitori, dei miei nonni, di mio marito. Eppure, nonostante non abbia avuto la possibilità di conoscerla, c’è una donna e sottolineo donna, che mi ha particolarmente colpito attraverso i discorsi di un giornalista, di quelli veri, professionista, che si definisce “un marinaio prestato al giornalismo“, uno che ha firmato circa duemila articoli sull’edizione quotidiana e su quelle settimanali all’Osservatore Romano, per intenderci.
È proprio grazie a lui, ossia, Pierluigi Natalia, che ho apprezzato e sentito forte il messaggio di questa figura che ha consacrato la sua vita al Signore, attraverso il servizio verso l’altro e che ha fondato un giornale di espirzione cattolica chiamato Sosta e Ripresa, del quale sono stata vice direttore e del quale ho fondato la versione online a mie spese, dedicandomi con passione al servizio della buona stampa e della buona informazione.
Certo, Pierluigi Natalia mi ha aiutato a crescere professionalmente, perché è un vero giornalista uno che, diciamocela tutta, ha svolto sotto ogni punto di vista la sua professione di giornalista, che ha lavorato presso un vero giornale con tanto di redazione.
È la signorina Tommasa Alfieri, che mi ha dato la possibilità come guida, di riflettere sui valori della vita, sul messaggio di Gesù Cristo, senza alcuna velleità, senza manie di protagonismo.
Strani segni del destino, mi hanno concesso di accostarmi a lei ed apprezzarne la sua profonda attualità ed il carisma di fondatrice.
Una donna che guardava oltre, che non si fermava all’apparenza, che si avvicinava agli ultimi, ai lontani, ai dubbiosi, per testimoniare concretamente il Vangelo, per andare oltre alla partecipazione domenicale alla Messa, troppo spesso risolta in una distratta adesione.
La ‘signorina Masa‘ come la chiamavano affettuosamente i suoi ‘figli spirituali’ andava oltre. Agiva, consigliava, guidava, ammoniva, ascoltava.
Del resto, come la stessa scriveva: “Ogni anima giusta che vive sulla terra è una piccola lampada cui Iddio dona la luce della grazia perché essa faccia lume quaggiù”.
“Lume quaggiù”, dunque, in una società superficiale ed effimera che guarda all’apparenza, ai like, in un puro e solido egocentrismo troppe volte penoso. Un lume per fare luce in queste tenebre dove Maria è “la più splendente lampada che il Signore abbia accesa mai nelle tenebre del mondo”.
Ogni sua azione è stata svolta nella luce della fede, in “continuo chiarore di obbedienza”, che nemmeno gli addetti ai lavori, riescono a fare.
Così ho deciso di pubblicare in questa mia testata giornalistica di tanto in tanto qualche pensiero di una donna che stimo e che sento a me vicina, tratti da una pubblicazione dei suoi pensieri.
Buona lettura…
“Possedere… ma che cosa è poi possedere? portar pesi. Più abbiamo e più la bisaccia è greve ed il cammino tardo; nei momenti buoni noi ne sentiamo l’ingombro. Maria, eccoci qui desiderosi di avere e bisognosi di lasciare… per essere leggeri e liberi.
Aiutaci; non soltanto il cuore è dove è il tesoro, ma ci vuoi niente a che il cuore sia seppellito nel tesoro… Maria, c’è una ricchezza povera ed una povertà ricca; è questa che tu ci devi ottenere“. Tommasa Alfieri