1. Una “parola” che ci legge
“Perché ricorrete sempre alla lettura della Bibbia? Perché un così acceso e diffuso entusiasmo per questo libro? Vi sono tanti altri libri che potreste leggere per garantirvi un notevole arricchimento culturale!”. Così si espresse un signore che, per la prima volta, partecipava a un’assemblea riunita per la lectio divina. Qualcuno dei presenti gli rispose con lucida convinzione e con fraterna carità: “È pur vero che vi sono molti altri libri che potremmo leggere, ma ve n’è uno solo che può leggere noi: è la Bibbia!”.
Sì, sta proprio qui l’intramontabile fascino e il mistero di questo libro, che contiene una parola viva, palpitante, piena di sorprese: è l’unico libro al mondo che ci legge. E, dunque, vogliamo leggerlo per essere letti; per farci dire chi realmente siamo come nessun altro sa fare; per incontrare personalmente il Signore. Attraverso una lettura attenta, pacata, in atteggiamento di umile docile ascolto, è possibile incontrare il Maestro che ci parla in modo unico e irripetibile. Ed è lui stesso che procura e conduce l’incontro: si avvicina alla nostra persona, chiede di entrare nella nostra esistenza, nel nostro feriale, fa scendere nel cuore le parole che ci leggono, coinvolge tutto il nostro essere e poi agisce dinamicamente, purifica, libera dalle colpe, lava, mette a nuovo.
Una sfilata di personaggi veri e reali presentati dall’evangelista Luca, conferma questa esperienza vitale. Hanno incontrato Cristo, si sono lasciati condurre da lui, ed egli ha fatto scendere nel loro cuore parole nuove, parole che hanno letto nell’intimo e hanno trasformato la loro vita: la peccatrice innominata (7, 36-50), la donna curva (13,10-17), i dieci lebbrosi (17,11-19), un notabile ricco (18, 18-30), Zaccheo (19, 1-10) ed altri ancora.
2. Aspetti letterari del Vangelo
Ciò che risulta subito nel terzo vangelo è il viaggio di Gesù che dalla Galilea, attraverso la Samaria, giunge a Gerusalemme. Questo viaggio costituisce la trama di fondo di questo vangelo. Con attenti riferimenti al Precursore e con il vangelo dell’infanzia (costituito dai due primi capitoli), l’evangelista struttura la sua opera in cinque parti:
1 – 2 Nascita del Salvatore; viene ad abitare in mezzo a noi
3, 1-20 sulla scena della salvezza il Precursore (Giovanni Battista)
3, 21- 50 missione e prodigi di Gesù in Galilea
9,51- 19, 28 viaggio di Gesù verso Gerusalemme (parte centrale)
19, 29-24, 53 Passione, morte, risurrezione e Ascensione.
Secondo l’opinione comune degli studiosi, Luca risulta l’autore più accurato ed elegante dell’intero Nuovo Testamento. Evidenzia un’ottima padronanza della lingua greca: si serve di un lessico ricco e ricercato, perciò evita volgarismi e parole straniere sia semitiche che latine. Tuttavia rimane confermato che Luca e sì un letterato, ma è soprattutto un pastore; per lui, la lingua e lo stile sono al servizio del messaggio da annunciare.
È un’opera che ha il cuore in Gerusalemme: infatti qui comincia (1,5) e a Gerusalemme termina (24, 52-53). Nella prima parte, sono ricordate due “salite” del Maestro in questa città. Prima che Gesù si presenti nella vita pubblica per l’annuncio della salvezza, l’evangelista Luca introduce il particolare della tentazione; l terza tentazione non ha il suo culmine sulla montagna, ma a Gerusalemme, esattamente sul pinnacolo del tempio.
Luca sfuma qualunque annotazione geografica; così, per esempio, resta sul generico e accenna a “un altro villaggio” (9,56; 10, 38); si trova a pregare in un luogo (11, 1); “passa per città e villaggi, insegnando mentre è in cammino verso la città santa (13, 22); “entra in un villaggio” (17, 11).
Luca intende riferire avvenimenti realmente accaduti come, del resto, lui stesso precisa nel breve prologo. Fa intervenire Dio e i suoi angeli come intermediari degli eventi. Anzi, Dio viene considerato come colui che, in definitiva, guida la storia e conferma i propri inviati. La storia poi si compie secondo lo stile e il ritmo impresso da lui; infatti ci si imbatte sovente in espressioni molto eloquenti, come: è necessario, si deve, bisogna, occorre…! La presenza abbondante di segni meravigliosi (prodigi, miracoli, apparizione di angeli…) hanno lo scopo di confermare come sia proprio Dio a guidare la storia.
3. La dimensione teologica
L’opera di Luca risulta come il vangelo della salvezza, che è universale e radicale. É l’argomento centrale nella teologia del terzo evangelista. Gesù si presenta come colui che risponde ai desideri più profondi di tutta l’umanità (giudei e pagani), offre la vera salvezza e sollecita tutti coloro che lo incontrano ad abbandonare le false salvezze. É una salvezza che si ottiene per pura misericordia, riconoscendo i propri peccati, senza che intervengano i nostri meriti. I peccatori sono i destinatari privilegiati: Gesù li cerca, accetta di mangiare con loro, li perdona generosamente e gioiosamente, li invita alla sua sequela.
Risulta anche il vangelo della preghiera. Luca è l’unico evangelista che sovente coglie il Signore in preghiera: durante il battesimo al Giordano (3, 21); durante il suo ministero (5,16), prima della scelta dei Dodici (6, 12), prima della professione di fede di Pietro (9, 18), nell’evento della trasfigurazione (9, 28), al ritorno dei discepoli dopo la prima esperienza missionaria (10, 21), prima del “Padre nostro” (11, 1), per confermare Pietro nella fede (22, 32), quando è innalzato in croce ((23, 34), con i discepoli di Emmaus (24, 30).
È anche il vangelo della misericordia e per confermarlo basterebbe citare la parabola del padre misericordioso (Lc 15, 11-32). Questo meraviglioso brano evangelico ci offre una narrazione così precisa e misurata da risultare un capolavoro letterario universale e assoluto. Questa parabola è stata definita come “un vangelo nel vangelo”; un autentico gioiello letterario e teologico, una vera perla della letteratura mondiale. Qui siamo davvero al punto culminante della teologia del terzo evangelista il quale, giustamente, viene riconosciuto come l’autore del “vangelo della misericordia”.
È il vangelo dello Spirito Santo. L’evangelista lo rende presente nei principali personaggi della sua opera. Lo Spirito vivifica e ringiovanisce la Chiesa; rinnova la Parola e aiuta a riscoprirla e a leggerla con occhi nuovi: e allora abbiamo l’impressione di scoprire “un quinto evangelio” mai letto come insegna lo scrittore cattolico Mario Pomilio. Lo Spirito è forza di coesione nel senso che compone in ottima intesa le varie ricchezze e differenze in senso alla singola comunità. Infine lo Spirito è forza di espansione che apre alla chiesa gli orizzonti del mondo e lancia i missionari per le strade del mondo.
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