Per riflettere prima della Messa: domenica 2 febbraio 2025, Presentazione del Signore – ANNO C

Il mondo ha bisogno di profeti Lc 2, 22-40

“… c‘era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio… Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore… Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù… anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio…

… C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser… Era molto avanzata in età… Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione…”.

Ci sono due figure che dominano nel brano evangelico della presentazione di Gesù al tempio, Simeone e Anna, entrambi anziani, entrambi annunciatori di chi è quel Bambino all’apparenza portato lì per una normale prescrizione della legge mosaica, in realtà riconosciuto come il Messia. Entrambi profeti.

“Profeta” è un termine greco composto da due elementi pro-femì “parlare, dire”; quindi il profeta è l’uomo della parola; è uno che parla, annuncia, riferisce; però risulta determinante la preposizione “pro”: vuol precisare che il profeta non parla in nome proprio, ma parla in nome di Dio, è il portavoce di Dio presso gli uomini ed è pienamente coinvolto nello sviluppo della storia del suo tempo. Al dire di Ezechiele, il profeta è sentinella è vedetta impegnata ad ascoltare la parola dalla bocca di Dio e avvertire il popolo in nome di Dio (Ez 33,7; Is 52,8).

Il profeta trasmette il messaggio che lo Spirito Santo gli mette nel cuore e sulla bocca: “Lo Spirito del Signore è sopra di me” (Lc 4,18); sono queste le parole del profeta Isaia che Gesù applica a sé nella sinagoga di Nazaret. La Parola di Dio lo riveste di forza dall’Alto, gli mette un fuoco ardente nelle ossa e lo lancia nella mischia per fare verità e giustizia. Il Signore fa di lui “una città fortificata, come un muro di bronzo, contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi” (Ger 1,18).

Il profeta è l’uomo che segnala i pericoli e le crisi che sovrastano il popolo; denuncia le deviazioni; evidenzia frodi e oppressioni; condanna apertamente corruzioni, ingiustizie, scandali e libertà soffocate; fa la lettura critica degli avvenimenti del giorno; scuote le coscienze e “le mette in stato di conversione”; va contro corrente, non deflette dal retto cammino, paga di persona fino al sangue. Ed è dunque una presenza scomoda, perseguitata, rifiutata, calunniata.

Ebbene, ogni battezzato è chiamato alla missione di profeta come afferma l’apostolo Pietro nel suo primo discorso al popolo nel giorno della Pentecoste citando il profeta Gioele: “Effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno” (At 2,17). Dunque, ogni battezzato è un profeta! La Chiesa oggi ha bisogno di tali figure coraggiose, impavide, capaci di dare testimonianza a fronte alta della propria fede; la Chiesa ha bisogno di testimoni che incarnano nella loro vita i valori che annunciano con messaggi.

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