Nella festa liturgica della Presentazione di Gesù al tempio, popolarmente detta della “Candelora”, le candele accese in mano ai fedeli illuminano il buio dei nostri giorni.
Sin dagli inizi della storia del cristianesimo questa ricorrenza venne fissata, originariamente, al 15 febbraio, ossia la ricorrenza di due riti d’ispirazione biblica che, stando alla tradizione ebraica dovevano essere celebrati 40 giorni dopo la nascita di un bambino: la Presentazione al Tempio, e la Purificazione della madre.
Successivamente, dato che la Nascita di Gesù Cristo era stata stabilita il 25 dicembre, questa duplice ricorrenza venne spostata al 2 febbraio.
In questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone: “I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Questa Festa è stata dedicata, per un certo periodo, alla Purificazione della SS.ma Vergine Maria, per ricordare, come scritto al capitolo 2 del Vangelo di Luca, quando Maria, rispettando la legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito della purificazione.
Con la riforma liturgica del 1960, questa celebrazione prende il titolo originario di “Presentazione del Signore”.
“La processione delle luci, con le vesti scure, l’incontro simbolico che vi si verifica del caos e della luce, dovrebbe ricordarci questa verità e darci il coraggio, nello sforzo di migliorare il mondo, di non considerare il soprannaturale come una perdita di tempo,ma come l’unica via che può dare un senso al caos“, aveva scritto Papa Benedetto XVII, J. Ratzinger da “Cercate le cose di lassù. Riflessioni per tutto l’anno”, 1986-2008.
Una festa molto sentita dai cristiani in molte parti del mondo, che sancisce la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
La candelora, quella candela accesa che illumina il buio dei nostri giorni.