“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore” diceva santa Madre Teresa di Calcutta e con questo spirito mi sono presentata al Centro Trasfusionale di Belcolle, a Viterbo, per donare il sangue, nei giorni scorsi.
Da Avisina ho aderito alla campagna del mese di ottobre, il Mese Rosa, e dopo i controlli ho donato questo questo elemento vitale, che non si può ricreare in laboratorio, e quindi l’unico modo per metterlo a disposizione di chi ne ha bisogno è soltanto la donazione spontanea.
Accoglienza premurosa ed efficiente sia delle volontarie di AVIS Viterbo che del personale sanitario: mi sono sentita come ‘protetta’ in un nucleo che ha il sapore del rispetto e della condivisione.
Mentre il mio sangue scendeva nella sacca di raccolta, che a sua volta verrà viene portato nei Centri di Lavorazione, dove viene diviso nelle sue componenti (globuli rossi, piastrine e plasma), ero ben consapevole che il mio gesto avrebbe aiutato i pazienti bisognosi o avrebbe contribuito alla produzione di farmaci salvavita.
Quanta strada è stata percorsa dal 1927, grazie all’iniziativa del medico Vittorio Formentano che, per primo, si rese conto del valore di realizzare un’offerta di sangue libera, volontaria e gratuita, pubblicando su un quotidiano dell’epoca, proprio un appello per la costituzione di un gruppo di volontari.
Ripensavo a tutte le Assemblee del Nazionale AVIS alle quali ho partecipato, rivedevo i sorrisi, ricordando le testimonianze dei donatori, i momenti significativi vissuti insieme al nostro Presidente Nazionale Gianpietro Briola.
Nell’ultima alla quale ho partecipato nel 2022 a Bellaria, Briola aveva sottolineato che “l’aumento dei donatori dimostra la nostra capacità di sensibilizzare, coinvolgere sempre più persone, stimolando in loro i valori di dedizione e senso civico, che sono elementi fondanti del nostro essere avisini“. Già è così: siamo animati da valori veri e nobili, di profondo senso civico.
Del resto come aveva ribadito in quell’ occasione il presidente di Avis Emilia Romagna, Maurizio Pirazzoli: “La solidarietà non è una corsa da centometristi, ma una maratona che richiede passione e resistenza costanti“.
Tutto ruota, dunque, intorno a questi valori che rappresentano un po’ la nostra presentazione, la nostra identità. I dati sono molto significativi: tre milioni di donazioni nel 2023, con una lieve crescita nel numero totale dei donatori di sangue, aumentati di 20mila unità, rispetto al 2022. Per non parlare di oltre 880mila chili all’industria farmaceutica, per la produzione di plasmaderivati, la raccolta di plasma ha segnato il record nella storia italiana.
“Nel donare il sangue o un organo del vostro corpo, abbiate sempre questa prospettiva umana e religiosa”, aveva detto nel giugno del 1984 Giovanni Paolo II ed è così per ogni donatore.
In un’udienza speciale nel marzo del 1959 Giovanni XXIII, davanti a 5 mila ‘avisini’, il Papa buono aveva regalato al fondatore Vittorio Formentano una preghiera da lui composta, ormai nota come Preghiera del donatore:
O Signore Gesù,
che ritieni fatto a Te ogni minimo dono che facciamo ai fratelli,
accogli Ti prego il mio piccolo sacrificio e benedici il mio desiderio di aiutare chi soffre,
col dono del mio sangue.
Non ti chiedo ricompensa, o Signore,
né soddisfazione alcuna,
ma Ti prego di valorizzare il mio piccolo dono,
che insieme a quello di tanti donatori accresce la sua efficacia e serve a sollevare molti fratelli.
Mantieni in me una salute che mi consenta il continuo dono di me agli altri e,
mentre l’offerta materiale del sangue raggiunge il corpo del fratello e lo solleva,
fà o Signore che il mio sacrificio,
unito al Tuo, infinitamente più grande,
serva alla redenzione della sua anima.
Fratelli e sorelle carissimi pace e bene a tutti e buona giornata. Le persone buone sono quelle che donano e si donano e non chiedono nulla in contraccambio; trovano sempre il tempo per fare del bene e hanno saggezza e cuore di far felici le persone povere e bisognose.
A tutti noi “avisini” a chi riceverà il nostro dono dedico questa preghiera, perché come ha scritto Padre Ubaldo Terrinoni su un Gruppo di preghiera, proprio il giorno in cui ho fatto la mia donazione: “Fratelli e sorelle carissimi pace e bene a tutti e buona giornata. Le persone buone sono quelle che donano e si donano e non chiedono nulla in contraccambio; trovano sempre il tempo per fare del bene e hanno saggezza e cuore di far felici le persone povere e bisognose”.