Ci sono tutti, ma veramente tutti. Appassionati, ma soprattutto i motociclisti che corrono per diletto, per amore, perché la moto è così: o si ama o niente.

Nel giorno in cui si ricorda il ventennale della scomparsa di Lucio Battisti che cantava “Motocicletta dieci HP, tutta cromata e’ tua se dici sì”, Viterbo si risveglia sotto il rombo dei motori delle moto d’epoca.
È il 14 esimo raduno dei motociclisti del Circuito del Poggino. Un’edizione quest’anno dedicata al pilota viterbese Umberto Cencioni, organizzata dal “Gruppo Motociclisti Viterbesi, Moto d’epoca”, con il patrocinio del Comune di Viterbo, in collaborazione con “Claude Garage”, di Claudio Maria De Santis,
nell’ambito dei Festeggiamenti 2018 in onore di Santa Rosa.
Dopo la consegna di una targa ricordo ai figli di Umberto Cencioni, il via alla grande kermesse.
Ad aprire un piccolo pilota, ma già una promessa: Diego Maria Amorosi, sulla sua Kawasaki 50.
Si inizia con le cilindrate che vanno dai 50 per arrivare alle 250, passando per le 125.
Kawasaki Suzuki, Benelli, Moto Guzzi, Honda, Morini, MV, Garelli, Moto B e persino una Parilla, “la moto con la quale correvano la Milano-Taranto”, come sottolinea il vice presidente Narciso Mondini.

Si tratta, infatti, di una Parilla 175 MSDS, di Mauro Taddei. ” Ho avuto 45 moto nella mia collezione – ricorda Taddei – ora ne ho tre”.

Tra le tante ricche di storia e fascino, una GDM Goldwing 1500 GL, anno 1992 iscritta ASI, originale de peso di 5 quintali a secco. “Proviene dal Canada è stata immatricolata in Italia – afferma soddisfatto Giampiero Ciocci – con molti problemi, perché è troppo emancipata per l’Italia. Ha partecipato a numerose gare d’epoca”.

Intanto Narciso Mondini controlla tutto e vigila costantemente, consigliando i piloti e verificando con i commissari di percorso, che tutto fili liscio. C’e anche una volante della Questura di Viterbo.
Fantastico il sidecar con due spericolati piloti da Grottaferrata. Atletici nel cambio sulla curva, praticamente da brivido.

È un Suzuki 750, anni ’80, sempre presente nelle rievocazioni storiche. Creato da Di Chico e Lodadio, con il quale hanno vinto il campionato interregionale.
Spariscono le moto ed entrano tre auto sul circuito, a bordo spericolati piloti: una Lancia nera, una fenomenale 500, ed una 500 bianca guidata da Corrado, il famoso ristoratore del Lago di Montefiascone.
Altro momento da brivido, altro successo per il 14esimo Circuito.

La 500 bianca e rossa vede al volante Alessandro Caprioli.
“Un pezzo unico – racconta il pilota Alessandro – con guida centrale, rielaborata dall’officina Caprioli della mia famiglia, impegnata in slalom ed a volte in crono scalate. È il prototipo della nostra officina a Castiglione in Teverina”.
Alla fine, con il via di Narciso Mondini, sfilano tutti insieme, per salutare, regalando altri attimi intensi.
Insomma, una domenica emozionante, come solo chi ama le moto, può capire, perché come diceva Marco Simoncelli, detto Sic: “Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera”.