Loredana Berardi: una scrittrice, una figlia, una donna che si racconta in “Dentro l’oscurità”

Loredana Berardi, scrittrice ed autrice piemontese, una vita vissuta sotto scorta tra un carcere, dolore, ansia ed una madre costretta ad abbandonarla.

Dentro l’oscurità“, è il suo romanzo autobiografico, che descrive proprio  il vissuto di una bambina che ha conosciuto i problemi della società, con gli occhi dell’innocenza, all’interno del  carcere di Novara, dove il  padre comandava il corpo  di Polizia  Penitenziaria.

Loredana Berardi

È l’epoca dei terroristi, delle feroci rivolte dei carcerati, di Vallanzasca e Loredana Berardi si apre al lettore, offrendo il suo doloroso spaccato esistenziale,  che alla fine la porta alla depressione. Ma è anche la storia di una bambina che ritrova una madre, di una donna che rinasce.

Loredana come mai la scelta di aprire la porta della propria esistenza con il romanzo “Dentro l’oscurità”? Cosa l’ha spinta?

Ho deciso di raccontare la mia storia per liberarmi definitamente del mio passato, di tutti quegli scheletri che mi hanno torturata per una vita, poi per poter anche essere d’aiuto alle persone che stanno attraversando i problemi che ho vissuto io. Voglio dare una “grande” speranza…

La vita è una sola ed è un bene prezioso, va vissuta nel bene e nel male ed io ho imparato tanto dal la mia esperienza, ho sofferto da morire, ho un’ anima piena di lividi ma sono cresciuta ed oggi  sono più forte di ieri…

Il terrorismo, la vita nel carcere, l’essere esclusa dalle amicizie, poiché sotto scorta, quanto ha inciso sulla sua infanzia ed adolescenza? E quanto ha influito il contatto con gli “angeli della scorta”?

Ha influito tantissimo perchè ho vissuto in piena solitudine, atroce, logorante, ero sempre sola dentro quella caserma dove c’era quella rabbia dentro di me che faceva  sempre un gran rumore attraverso le mie lacrime. Volevo scappare da quella realtà che poco per volta mi stava ammazzando l’anima ma non potevo. La scorta sono stati gli “angeli” più preziosi, mi hanno sempre protetta a costo anche della loro vita. Non potrò  mai dimenticarli, saranno sempre una parte della mia vita…

Nelle pagine del suo romanzo autobiografico c’è Loredana che alla fine ritrova la sua mamma, quella mamma della quale i nove mesi nel grembo sono stati determinanti. Un rapporto doloroso, reso difficile da circostanze troppo grandi per una bambina dell’epoca, tra l’altro. Cosa significa ritrovare la vera mamma?

E’ qualcosa troppo difficile da spiegare che non compredi perchè ti scolvolge l’esistenza e tutti quei valori con cui sei stata cresciuta. Ad ogni modo la mia mamma è colei che purtroppo oggi non c’è più che mi ha cresciuta ed amata fino alla fine dei suoi giorni come una vera figlia. Non potrò mai cancellare quello che lei ha fatto per me. Non conosco altre mamme al di fuori di lei!

Trapela tra le pagine, comunque, la rinascita da tutto questo, un riappriopriarsi della propria vita, assaporandone e cogliendone la positività, le sfumature migliori… C’è quindi una possibilità? Si può andare oltre?

Certo! Si deve andare avanti per noi stessi, perchè abbiamo una sola vita da vivere sia con il sorriso che con le lacrime. Io ho scelto di vivere e combattere fino alla fine altrimenti il male ed il dolore  mi avrebbero ammazzata molto lentamente. Ho trovato la forza nei miei sogni, in quella voglia che avevo di scrivere, di diventare una scrittice. Ho striasciato per tutta questa sofferenza, mi sono fatta del male ma alla fine ho urlato tutta la mia rabbia liberandomi anche di chi non mi ha voluto.

Il mio libro autobiografico è dedicato a mia madre, l’Angelo più bello che ho al mio fianco oggi, non dimenticherò mai il suo grande amore ed oggi mi mancano terribilmente i suoi abbracci, la sua voce, le sue carezze…

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