“Il crimine del secolo”, Fabrizio Peronaci continua a fare chiarezza sulle pagine oscure del secolo scorso

S’intitola “Il crimine del secolo” l’ultima fatica di Fabrizio Peronaci, che del giornalismo investigativo – lavora al Corriere della Sera – ha tratto già in passato la materia di altri suoi libri. Il secolo al quale fa riferimento il titolo di questo nuovo libro, uscito il 29 aprile per l’editrice Fandango, è quello appena trascorso.

Il crimine è l’attentato a Giovanni Paolo II il 13maggio 1981 in Piazza San Pietro e la vicenda – da molte fonti ad esso ritenuta legata – della scomparsa mai chiarita di Emanuela Orlandi, la figlia quindicenne di Ercole Orlandi, un commesso della prefettura vaticana e della casa pontificia, svanita nel nulla e mai ritornata a casa.

Una vicenda che Peronaci segue da anni e che è stata argomento di altri suoi libri, “Mia sorella Emanuela” (con Pietro Orlandi, 2011) e  “Il ganglio” (2014). 

Il crimine del secolo, Fabrizio Peronaci

L’autore vi ritorna sulla base delle rivelazioni di nuove fonti, nuovi testimoni e documenti inediti. Le fonti che cita sono un investigatore in pensione, un monsignore molto anziano, un agente del servizio militare ex Sismi, che operò in contatto con colleghi di Gladio, l’organizzazione segreta armata nata con il dichiarato intento di contrastare con la guerriglia un eventuale governo delle sinistre nel caso di una loro vittoria nelle elezioni in Italia, un vescovo defunto che ha lasciato tracce scritte.

Peronaci, in un racconto che spazio tra la grande storia e la cronaca nera di quell’epoca, ricorda nel nuovo libro altri misteri irrisolti come quello di Emanuela Orlandi, con la scomparsa di altre ragazze uccise o morte in circostanze mai definite. Mirella Gregori, Paola Diener, Kathy Skerl ed Alessia Rosati – al centro della vicenda raccontata da Peronaci nel libro “Morte di un detective a Ostiense e altri delitti. 1990-2000: 13 casi irrisolti nei quartieri di Roma” –   ma anche José Garramon, l’undicenne investito in una pineta in circostanze mai chiarite – e secondo l’autore   rappresentano pagine oscure, di depistaggi e insabbiamenti, sui quali ha maturato la convinzione di un legame con l’attentato a Giovanni Paolo II. E in questa chiave legge anche la vicenda processule dell’attentatore, il turco Ali Agca.

Il tutto in riferimento a un quadro politico, istituzionale, ma anche spionistico. Tre elementi che si legano a piste rivelate, sospetti, ma appunto anche evidenti e palesi depistaggi e insabbiamenti. Ne emerge una catena di sangue e dolore oscura e  finora inesorabile, ma che pure in questo libro sembra incominciare a lasciare il posto a bagliori di luce. In ogni caso, l’autore appare deciso a non rallentare il suo impegno a fare chiarezza, nella ferma speranza di arrivare alla verità, attraverso questi tasselli che stanno lentamente ricomponendo una triste pagina della nostra storia.

Fabrizio Peronaci
Fabrizio Peronaci

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