Furto aggravato dall’odio razziale. Questo il reato iscritto dalla Procura di Roma, con il quale è stato aperto un fascicolo, proprio per l’oltraggio alla memoria degli Ebrei deportati, delle vittime dell’Olocausto.
20 pietre divelte e portate via, dedicate a componenti della famiglia Di Consiglio, installate il 9 gennaio del 2012 nel Rione Monti, in via Madonna dei Monti. Sono sampietrini dorati, che ricordano il nome, le generalità, il campo dove sono state deportate quelle persone di religione ebraica, durante le persecuzioni razziali. A realizzarle l’artista tedesco Gunter Demnig.
Le vittime della Shoah, le cui pietre d’inciampo sono state divelte nel cuore di un rione romano storico, da un gruppo di antisemiti.
Sono la testimonianza, il ricordo ai posteri di un orrore non così lontano, in fin dei conti, che sa di soprusi, violenze di vagoni merci con esseri umani sterminati dalla ferocia di altri uomini. Un simbolo, quindi, profanato la scorsa sera, che riecheggia a Roma e riporta a quel terribile 16 ottobre del 1843, con il rastrellamento del Ghetto, dive migliaia di ebrei vennero deportati e solo in pochi sono sopravvissuti a quell’orribile massacro.