Per riflettere prima della Messa:13 aprile 2025, Domenica delle Palme e della Passione del Signore – ANNO C
La Passione di Gesù Lc 22, 14 – 23, 56
Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio. Poi prese un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.
L “Ma ecco la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!”. Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. (…).
Il disteso racconto della Passione dei quattro evangelisti è davvero il cuore, il vertice del Vangelo. È un genere letterario unico che non si richiama a nessuna altra fonte precedente. Le prime comunità cristiane si sono alimentate e formate nella fede soprattutto con l’attenta, profonda meditazione sulla Passione, crocifissione e morte di Gesù. Il terzo evangelista distingue quest’ultima tappa con tre termini greci: exodos (partenza o esodo: 9,31), analepsis (assunzione: 9,51) e teleioùn (compimento: (13,32).
Al centro del grande evento storico domina solenne e composta la persona di Gesù, che sta nell’atteggiamento del giusto che soffre. Attorno a lui si collocano gli attori del dramma ciascuno secondo il proprio ruolo: Giuda, i sommi sacerdoti, Ponzio Pilato, Erode, Scribi e Farisei, Pietro, le pie donne che seguono il Maestro sulla via del Calvario, i due ladroni che fungono da assistenti al Crocifisso. C’è anche il popolo designato col termine laòs “che sta a guardare” (23,35) impotente, e assiste agli scherni e alle derisioni circa l’impresa messianica del Crocifisso.
Sul Calvario è presente anche Satana come aveva già indicato dopo la triplice tentazione nel deserto: “si allontanò da lui per tornare al tempo fissato” (4,13). Per l’evangelista Luca, la Passione è anche l’ora in cui si scatena “il potere delle tenebre” (22,53). “Durante la sua missione Gesù è apparso come il più forte che sconfigge il forte. Ora i ruoli sembrano rovesciarsi, e Satana sembra riprendere la supremazia su di un Gesù impotente” (G.Rossé). Ora, il nemico per antonomasia scatena tutta la sua potenza nell’incontro decisivo contro il Crocifisso.
E tuttavia resta sempre in primo piano per Gesù il dei (“deve, doveva, bisognava”) della volontà del Padre: (9,22; 13,33; 24, 5-6, 44. 46-47). Questo “deve” accompagna e guida fedelmente tutto il cammino terreno del Maestro come piena e incondizionata disponibilità al Padre. “Luca dunque vede negli eventi della Passione la presenza di un progetto divino che non abbandona la storia a un susseguirsi casuale di eventi, ma li guida e li conduce sapientemente per realizzare la salvezza dell’umanità” (A. Bonora).
Luca infine, nella narratio sulla Passione, elimina o attenua le scene drammatiche di violenza e di durezza contro Gesù. Così, per esempio, non si attarda a descrivere la sconvolgente flagellazione; sorvola sulla fuga dei discepoli e sulla conseguente amara solitudine del maestro; attenua il rinnegamento di Pietro; elimina completamente la scena del Getsemani con l’angoscia e il terrore e sottolinea invece il particolare del conforto di un angelo; il grido che emette il Martire non è un aperto lamento sulla solitudine e sull’abbandono, ma è un sereno e fiducioso riposo nel Padre: “Nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46). Il Crocifisso perdona i suoi nemici (23,34) e premia l’umile fede del buon ladrone (23, 42-43). In definitiva, l’evangelista invita il lettore non solo a sentimenti di compassione, ma a una intima sincera conversione.