Per riflettere prima della Messa: 26 gennaio 2025, II Domenica per Annum – ANNO C
La Parola è annuncio ed evento Lc 1,1-4; 4,14-21
Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni, fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti ricevuti.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.

Nella caratteristica chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, viene conservato uno dei più grandi capolavori del Rinascimento italiano: il Mosè di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), modello di grande maestria, di splendida bellezza. Si narra che quando lo scultore terminò la sua opera scagliò lo scalpello ai suoi piedi dicendo: parla, ti manca soltanto la parola! Si! In realtà la parola è un prezioso dono ricevuto dall’Alto.
E tuttavia il fascino della parola umana è solo un’ombra nei confronti della Parola di Dio che, al dire di Paolo, “è forza di salvezza per chiunque crede” (Rom 1,16).
La Parola di Dio è ad un tempo “parola e fatto, messaggio ed evento, annuncio e accadimento”. Lo conferma Gesù che nella sinagoga di Nazareth (Lc 4,14-21) dove è lui stesso che legge il testo del profeta Isaia (61,1-2) e poi dichiara: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi” (Lc 4,21). Gesù inaugura un’epoca nuova, l’inizio dell’“oggi” della salvezza. Ebbene il messaggio di Gesù si prolunga nel nostro “oggi” con lo stesso dinamismo e con la stessa forza, per cui ognuno di noi può dire: “Oggi si realizza per me la Parola di Dio”.
In realtà, Dio Padre aveva lanciato numerosi e pressanti messaggi all’uomo, “molte volte e in diversi modi per mezzo dei profeti” (Ebr 1,1); poi, nel suo immenso amore, “nella pienezza dei tempi” (Gal 4,4) decide di parlare per mezzo del suo Figlio Gesù. In lui e attraverso di lui, la Parola di Dio si fa visibilmente presente e acquista una straordinaria efficacia. La Parola-Persona divina si fa carne e viene a dimorare in mezzo a noi (Gv 1,14). Nessuna parola è più viva e più potente di questa (Ebr 4,12); è destinata a dar frutto, a produrre effetti prodigiosi dato che partecipa della stessa potenza della parola creatrice di Dio (Gen 1,3ss). Infatti:
Cristo parla e i malati guariscono (Mc 1,29-31
Cristo parla e la lebbra scompare (Mc 10,46-52)
Cristo parla e la tempesta si placa (Mc 4,35-41)
Cristo parla e i morti risorgono (Mc 5,35-43)
Cristo parla e i peccati sono rimessi (Mc 2,1-12).
Le parole che egli dice sono quelle antiche, già note, ma il messaggio è nuovo, nuovissimo, mai udito; non è preso in prestito da maestri del passato, ma è detto in nome proprio (avete inteso che fu detto…, ma io vi dico: Mt 5,21-48). Le sue sono “parole di vita eterna” anche quando sono “dure” da intendere (Gv 6,60-68). Sono così vive e così nuove che a rileggerle o a riascoltarle significa non tanto ricordarle quanto scoprirle come sempre nuove ogni volta, più ricche, più profonde e sempre efficaci. Egli mette a disposizione di tutti la Parola che salva, ben convinto che l’uomo ha urgente bisogno della verità, non per trastullarsi con la verità, ma per salvarsi nella verità