Per riflettere prima della Messa: 25 dicembre 2024, Natale del Signore – ANNO C

NASCE PER NOI Lc 2,15-20 (Messa dell’aurora)

Infinite realtà.it Laura Ciulli Gesù Bambino di San Vincenzo Pallotti,usato da lui per l’Ottavario dell’Epifania e custodito nella Chiesa di SS.Salvatore in Onda (Roma)
Gesù Bambino di San Vincenzo Pallotti, custodito nella Chiesa di SS.Salvatore in Onda (Roma)

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del Bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Presepe Natale Laura Ciulli infinite realtà.it“Vi annuncio una grande gioia!” è il messaggio che l’angelo recapita ai pastori. È una notizia che suscita in tutto e in tutti emozioni intense e sempre nuove; è la festa del Natale del Bambino Gesù; è la festa che risulta eccezionalmente cara al cuore di tutti gli uomini di qualunque fede. Il grande evento avviene in un luogo modestissimo, alla periferia di Betlemme, in una delle grotte adattata a rifugio di fortuna.

Chi è colui che è nato? È un bambino inerme, povero, fragile, bisognoso di tutto, è adagiato in una squallida mangiatoia da una mamma: una giovane e sconosciuta ragazza di Nazaret. E tuttavia questo Bambino è il vero Re del mondo; è il Verbum, cioè la Parola che ha dato origine a tutte le cose; è la Sapienza divina che guida la storia, è il segno più sconvolgente dell’amore di Dio per noi come afferma l’evangelista Giovanni: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16). Ancora lo stesso Giovanni, nella sua prima lettera, invita a contemplare il mistero di amore: “Guardate quale grande amore!!” (1Gv 3,1).

Il Verbo che viveva negli splendori dell’eternità, discende dal cielo per allestire la sua tenda accanto alla nostra e per vivere la nostra stessa esperienza nella carne di uomo debole, fragile e mortale. Il Dio forte, eterno e immortale si è rivestito di umiltà, di debolezza nella sofferenza. Si attualizza così il rovescio dell’evento biblico della Torre di Babele: l’uomo aveva avuto la pretesa di salire il più in alto possibile per sentirsi dio (Gen 11, 1-9). Nel Natale invece Dio scende dal cielo per essere uomo come noi (“il Verbo si fece carne”).

Nel racconto di Luca viene dato un giusto rilievo ai primi visitatori: i pastori! “Andiamo fino a Betlemme, – dicono tra loro – vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2,15). È pur vero che questi sono persone senza scrupoli, pericolosi, violenti, privi dei principi del buon vivere, per cui è saggio stare alla larga da questa gente. E tuttavia essi sono i rappresentanti dei poveri; il neonato Bambino infatti si fa conoscere prima di tutto dai poveri.

L’evangelista Luca conclude il racconto della nascita terrena del Figlio di Dio convergendo l’attenzione su Maria, la Madre del Bambino: “Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Maria è profondamente raccolta, impegnata a riflettere, a meditare; si immerge nella contemplazione del Dio fatto uomo. Il suo atteggiamento contemplante è reso con un verbo all’imperfetto “conservava” (synetèrei) per sottolineare il suo prolungato sostare in meditazione. Gesù è là sotto i suoi occhi su poca paglia ed è il Signore del mondo; è un esserino bisognoso di latte, di caldo, di protezione, ed è il Dio Onnipotente. E san Pier Crisologo aggiunge: “Colui che il mondo intero non può contenere, è racchiuso in un minuscolo corpo”.

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