Per riflettere prima della Messa: 1° gennaio 2025, Maria Santissima Madre di Dio – ANNO C
La Madre di Dio (Lc 2,16-21)
In quel tempo i pastori andarono senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del Bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
Il titolo più grande della Madonna è quello di Madre. Ebbene questa Madre desidera tanto parlare con noi, farsi sentire, lanciare messaggi. Tuttavia le basta anche soltanto esserci, farsi presente per dare un concreto aiuto e risolvere problemi complessi e intrigati. La sua presenza premurosa, attenta, vigile, partecipe è più eloquente di qualunque parola e più efficace di qualunque azione. Del resto è proprio così che viene segnalata dal quarto evangelista:
C’era la Madre di Gesù a Cana… (2,1); Stava sotto la croce sua Madre… (19,25).
Maria è Madre di Dio! Questo titolo le è stato riconosciuto dal Concilio ecumenico celebrato ad Efeso nel 431; i padri conciliari la proclamarono solennemente “Madre di Dio” (Theotòkos in greco, Dei Genitrix o Deìpara, in latino). “Il senso del dogma della maternità divina è questo: è Madre di Dio perché ha generato il Dio fatto uomo. Non ha generato solo la carne di Dio, ma il Dio nella carne; non ha concepito un uomo che in seguito fu assunto da Dio, ma ha concepito una natura umana che, fin dal primo istante, è opera di Dio” (L. Boff).
Inoltre, Maria sul Calvario si dispone a espropriarsi di “quel” Figlio per dare alla luce, nel travaglio materno, il Cristo mistico nella persona di Giovanni: Donna, ecco il tuo figlio!, le dice con commovente solennità il morente Crocifisso. E Maria è consacrata Madre una seconda volta. L’apostolo Giovanni, che lassù ci rappresenta tutti, in qualche modo sta nascendo di nuovo, ora: è come entrato in quel seno materno, preparato e reso immenso dalla Parola. Il discepolo sta venendo alla luce ora e, quindi, ha bisogno di una madre. E là c’è pronta Maria. Lei così risulta Madre del discepolo Giovanni e di tutti i discepoli del mondo.
Nel Decreto conciliare Lumen Gentium del Concilio Vaticano II si dichiara: “Maria è per noi Madre nell’ordine della grazia per quella sua speciale collaborazione all’opera del Salvatore per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Maria e la Chiesa si fondono in una sola fecondità per la generazione dei figli di Dio” (LG, 61).
Così con questa Madre accanto, tutti ci sentiamo più sicuri. E possiamo cominciare a camminare con passo fermo e sicuro verso il nuovo anno. Però abbiamo bisogno che lei renda più umano il mondo di oggi e anche l’uomo del nostro tempo; abbiamo bisogno che renda più abitabile la nostra terra. Abbiamo bisogno di umanità, di dolcezza, di tenerezza, di vita e di pace. Abbiamo bisogno che lei sia costantemente presente nel nostro itinerario terreno.
L’uomo può anche illudersi di poter fare a meno di questa Madre, può stancarsi, può insolentire e dare rovinosi colpi di testa, ma lei non può e non vuole disinteressarsi, non intende abbandonare un solo figlio ribelle. Vuole rimanere fedelissima alla sua missione, alla sua funzione materna perché Madre di Dio e Madre degli uomini; vuole far sbocciare in ognuno di noi l’ardente desiderio di Dio e delle preziose realtà spirituali.