20 marzo 1994 un commando di sette uomini uccide a colpi di kalashnikov Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Una giovane giornalista e l’operatore del Tg3 vengono barbaramente uccisi a Mogadiscio in Somalia.
Ancora non ci sono i mandanti di un efferato omicidio di due persone, uccise nei pressi dell’ambasciata italiana di Mogadiscio, da una scarica di kalashnikov.
Niente di niente. L’unico a pagare un innocente: Omar Hassan Hashi, condannato nel 2003 a 26 anni di carcere. Ma il programma tv Chi l’ha visto? , nel 2015, è riuscito a rintracciare proprio il suo principale accusatore che ha ammesso di essere stato pagato per mentire.
Nel gennaio del 2018 Omar Hashi è tornato in libero, con un risarcimento di tre milioni 181mila.
Dopo 26 anni secondo la Procura di Roma non è possibile accettare chi è stato ed il movente e non ci sono prove di depistaggi. Dopo 26 anni Ilaria Alpi e Miran Hrovatin continuano a morire a causa del loro lavoro, dato che si trovavano in Somalia per documentare il ritorno in Patria del contingente italiano. Ilaria e Miran però, si occupavano anche di un’inchiesta su un traffico di armi e rifiuti tossici tra Italia e Somalia. Un argomento scottante dove sembra fossero coinvolti i signori della guerra locale e navi italiane.
Un omicidio impunito, tutto è avvolto dal mistero e secondo la Commissione d’inchiesta presieduta dall’avvocato Carlo Taormina, un’esecuzione ben pianificata. Esecutori e mandanti impuniti.
Nel giugno del 2018 è morta Luciana, la madre di Ilaria Alpi. È spirata portandosi via il suo dolore, l’amarezza, ma anche la consapevolezza delle evidenti contraddizioni ed omissioni, su una vicenda che ancora grida giustizia e verità. Tra l’altro in quei giorni i rappresentanti dei giornalisti italiani si erano ritrovati, per l’ennesima volta, davanti al Tribunale di Roma, per chiedere che non venisse abbandonata la ricerca della verità sulla tragica fine dei colleghi.
Oggi saremo in molti a ricordare Ilaria e Miran.
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