“Dare giustizia e pace a chi di quel male ha sofferto “, il questore di Viterbo Luigi Silipo alla festa di san Michele Arcangelo
Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele anche la questura di Viterbo si è riunita per celebrare san Michele, proclamato patrono e protettore della Polizia da Papa Pio XII, il 29 settembre 1949
“Oggi è il il giorno di San Michele e io ogni volta che guardo la sua immagine, in cui schiaccia il male e lo sconfigge, rifletto e mi pongo sempre la stessa domanda: Quante volte il male ce lo siamo trovati di fronte e non lo abbiamo riconosciuto? E così facendo, non riconoscendolo, non abbiamo dato giustizia e pace a chi di quel male ha sofferto“.
Sono le parole scaturite da una profonda riflessione e dal grande rispetto per le vittime, del questore di Viterbo, Luigi Silipo, il poliziotto legato alla direzione di delicate indagini di violenza su minori, ma in particolare vicende drammatiche che hanno sconvolto l’opinione pubblica italiana, come la tragica morte di Sara Di Pietrantonio e Desirée Mariottini, per i quali l’intensa attività investigativa ha portato all’individuazione dei responsabili dei due efferati delitti.
“Chiedo a San Michele la forza di farci riconoscere il male e di darci il coraggio per sconfiggerlo”, aggiunge il questore Silipo al termine della celebrazione religiosa nella chiesa di Sant’Angelo in Spatha, dedicata proprio a San Michele Arcangelo, alla sua prima Messa a Viterbo.
Un’attenta considerazione che denota il senso di una vita dedicata al bene dell’altro, al garantire la sicurezza nella comunità. Del resto la vita è la lotta del bene contro il male, proprio come l’impegno della Polizia di Stato, di donne e uomini che ogni giorno si impegnano costantemente in questa missione.
Un legame forte quello con la Polizia di Stato è testimoniato anche da una delle tante lettere inviate al signor questore Silipo dagli alunni delle scuole viterbesi, dove gli esprimono sentimenti di gratitudine, perché quando vedono passare la volante si sentono protetti. Un questore portavoce dei più piccoli, dunque, considerato il “migliore questore che Viterbo potesse avere“, grazie al lavoro di squadra con il personale della Questura.
“Festa del patrono, ma non solo solennità, non solo liturgia, perché si deve tradurre tutto nella vita incontrando Dio per portarLo nella vita di tutti i giorni“, ha detto il cappellano della Questura Don Flavio Valeri nella omelia, durante la Messa celebrata insieme al parroco don Ivo Bruni.
La Polizia di Stato rappresenta il bene, che opera vincendo anche le tentazioni e lo scoraggiamento di una vita dedita ad aiutare il prossimo, a chi è in difficoltà.
In fondo la missione del poliziotto è come un ministero, dove i poliziotti si muovono nel quotidiano, agendo con abnegazione e sacrificio, individuando il male, con una buona dose di coraggio, per poi sconfiggerlo.
La santa Messa è stata animata dall’apprezzato coro della Questura di Viterbo diretto dal maestro Alberto Guerrini, accompagnati all’organo dalla pianista Daniela Sabatini e le letture sono state curate da rappresentanti in servizio presso la Questura e da appartenenti all’associazione nazionale Polizia di Stato, Anps. Oltre alle autorità civili e militari, presenti anche alcuni ragazzi dell’associazione Juppiter, testimoni di un consolidato rapporto con la Questura di Viterbo, grazie al quale vengono realizzati numerosi progetti sul territorio della Tuscia, accompagnati dal loro presidente Salvatore Regoli. Una collaborazione, infatti, nata grazie alla volontà del capo della polizia Vittorio Pisani, che promuove i valori di solidarietà, prossimità e legalità con i giovani.
#essercisempre, dunque, sotto la protezione e guidati dall’esempio di san Michele Arcangelo implorandoLo per avere “rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri voleri, onestà agli affetti nostri, per la serenità delle nostre case, per la dignità della nostra terra!”, come scritto nella preghiera del poliziotto letta dal Capo di Gabinetto Roberto D’Amico.
La preghiera del poliziotto
dedicata a San Michele Arcangelo
Oh! San Michele Arcangelo, nostro celeste Patrono, che hai vinto gli spiriti ribelli – nemici della Verità e della Giustizia – rendi forti e generosi, nella reverenza e nell’adesione alla Legge del Signore, quanti la Patria ha chiamato ad assicurare tra i suoi cittadini concordia, onestà e pace affinché – nel rispetto di ogni legge – sia alimentato lo spirito di umana fraternità . Per questo, imploriamo dal tuo Patrocinio rettitudine alle nostre menti, vigore ai nostri voleri, onestà agli affetti nostri, per la serenità delle nostre case, per la dignità della nostra terra!
Amen