“Lettera a Babbo Natale”, di Paola Romani

Un racconto toccante e commovente, di quelli che fanno anche riflettere: “Lettera a Babbo Natale“, di Paola Romani, poetessa di eccellente bravura, ma soprattutto di particolare sensibilità.

Infinite Realtà.it lo propone ai suoi cari lettori: un piccolo regalo di Natale, una piccola opera, molto cara all’autrice, con la quale ha vinto due premi.

 

Lettera a Babbo Natale, di Paola Romani

Amore, mamma e figlio

Mi chiamo Marco e sono un bambino come tanti, la mia famiglia è l’istituto dove vivo con altri fratellini come me.
La domenica molti di noi attendono l’arrivo dei parenti……io no!
Spesso guardo quella porta e aspetto un miracolo piccolo come me.
Durante il giorno le suore ci tengono impegnati, sto imparando a scrivere e a leggere, mi sento già più grande.
La mensa è il momento più bello della mia giornata, i giochi e gli scherzi fanno arrabbiare le suore, è il momento della famiglia…quella che non ho.
Mi hanno detto che a Natale verrà a prendermi una signora, vuole che vada a casa sua, sono felice qualcuno mi vuole, forse vuole me!
La notte i fantasmi arrivano cattivi, vincenti…..
Mi raggomitolo sotto le coperte, gli occhi serrati, incollati, non devo aprirli, anche se una piccola lacrima vuole con forza trovare uno spiraglio…
Sento i miei amici agitarsi e penso…pazienza, fiducia e tempo, le suore dicono che devo imparare…gli occhi si chiudono…attendo lei con pazienza.

Ho fatto il bagno, tagliato i capelli, so di pulito.
È arrivato il grande giorno, attendo fiducioso, il tempo non passa mai, mi accetterà ?
Guardo quella porta, così lontana e così vicina a me, ai miei desideri…chissà…
Abbasso gli occhi, giocherello con le mani, ho le unghie pulite.
Non ce la faccio, apro un solo occhio…mi pizzica il naso…mi gratto l’orecchio.
Marco……Marcoooooooooo…c’è la signora!
Non distinguo i lineamenti, ho paura di guardare, ma ne avverto l’odore sa di buono!
Un frusciare di stoffe, una sciarpa che cade turchese, un bacio, un abbraccio, un calore.
Mi prende la mano e finalmente la guardo, è bella sembra una principessa, quella delle favole…..forse…..
devo viverla questa favola anche se durasse un solo attimo.
Guardo la sua mano bianca delicata, guardo la mia, nera piccola come il carbone che le suore danno ai bimbi cattivi. Vado con lei, le suore mi sorridono,  penso che finalmente io vado bene così, con i miei capelli gretti, con i miei colori, con le mie grandi labbra non da bambino che lei ha baciato.

Sento gli angeli intonare un canto è l’inno celeste ed è solo per me.

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