“Il ricordo è un modo di incontrarsi” scriveva Kahlil Gibran ed è così a Viterbo, la sera del 3 settembre, quando la Macchina di Santa Rosa, attraversa il centro storico, portata a spalla dai valorosi Facchini, di bianco vestiti con fascia rossa alla vita e scarponcini neri.
Perché come ogni anno, infatti, la tradizione di questo suggestivo evento, vuole che le girate della Macchina di santa Rosa, uno dei momenti più significativi del percorso nella fermata di piazza del Comune, saranno dedicate a quelle persone scomparse, che hanno lasciato un particolare segno nella storia della città.

Il Trasporto 2025 porta il ricordo dei facchini Franco Paiolo, Angelo Sordini, Alfiere Antonini, Marco Gemini, Silvio Ascenzi, Dante Camilli, Sergio Menichini, Claudio Monti, Piergiovanni Olivieri, come dichiarato dal presidente dei Sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini e non solo.

Perché la memoria è una luce che illumina chi resta, che mantiene vivo il ricordo di chi ci ha preceduto ed i Facchini di ‘Rosina’, la santa ‘a furor di popolo’, lo sanno bene ed estendono questo gesto a chi, pur non essendo stato un facchino, ha lasciato una traccia indelebile per tutti. Questo anno è la volta di Francesco Romagnoli, Gianni Ferretti, Francesca Serafini la mamma di Marco Gemini, l’operatore televisivo Marino Rossetto ed il poeta Alfio Pannega, in occasione dei cent’anni dalla nascita.

Si aggiunge a questa significativa lista il nome di un giovane ragazzo, che ha perso la vita in un incidente stradale a bordo della sua moto da cross: Leonardo Cristiani. Una vita spezzata lo scorso 9 giugno, sul viale della Quercia: la fine di sogni, speranze, sorrisi e risate di un ragazzino che lascia un vuoto incolmabile per la sua mamma Assunta ed il suo papà Fabio, appartenenti alle Forze dell’ordine, che si sono trovati ad affrontare il ‘servizio’ più doloroso e difficile della loro esistenza: quello di impotenti genitori che devono assistere alla prematura morte del loro caro figlio. E con loro la cittadinanza che si è stretta intorno alla famiglia, perché alla fine Leonardo è il figlio di tutti noi.
Quindici anni e tanto, tanto da fare, mentre tutto finisce tragicamente contro un albero di viale Trieste, con Leonardo che frequentava il liceo scientifico Ruffini, mini facchino di Santa Rosa, con quel dolce sorriso e quello sguardo affacciato alla vita, e che ora vive, suo malgrado e per cause da accertare, nell’amore di Dio. È per lui che i ‘cavalieri’ di santa Rosa gireranno il 3 settembre, per onorarne la memoria, per renderlo partecipe del loro trasporto in questo anno del Giubileo della Speranza. La speranza che non accadono più fatti così devastanti e dolorosi, che ci sia più lungimiranza.
“La memoria è il tesoro e il custode di tutte le cose” diceva Cicerone e Leonardo Cristiani è il tesoro di tutte quelle persone di buona volontà a cui vanno il pensiero e la preghiera.
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