Nella giornata dedicata alla Madonna di Lourdes, lo scorso 10 febbraio, Papa Francesco ha inviato una lettera al presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, con le indicazioni necessarie alla celebrazione del Giubileo del 2025.

Dopo 25 anni dal Grande Giubileo dell’anno 2000, ci si prepara, dunque, ad un importante momento che San Giovanni Paolo II aveva voluto “nella speranza che tutti i cristiani, superate le storiche divisioni potessero celebrare insieme i duemila anni della nascita di Gesù Cristo, il Salvatore dell’umanità”, come scrive il Pontefice.
Ovviamente è previsto un riferimento alla pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo ormai da anni che “oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, l’incertezza e la provvisorietà dell’esistenza, ha modificato il nostro modo di vivere”.
Basti pensare alle chiese chiuse durante il lockdown e quindi il Giubileo del 2025 vuole “favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”.
In questi tre anni prima dell’Anno Santo siamo invitati a “recuperare il senso della fraternità universale”, accompagnati dal motto: “Pellegrini di speranza“, nella preghiera “come voce del cuore solo e dell’anima sola, che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano”.