Era il 17 luglio 2018 quando il Parlamento approva il Codice rosso, la legge contro la violenza sulle donne.
Questo comporta l’introduzione di nuovi reati: il revenge porn e le lesioni permanenti al voto, ma anche pene più dure e tempi più rapidi per il processo.
Maggiore tutela per le vittime, quindi, specialmente riguardo all’introduzione del reato del revenge porn, la terribile vendetta perpetrata da un uomo nei confronti dell’ex compagna, diffondendo sul web video intimi, e quello di sfregio al volto, con il quale il Senato vuole combattere questo scempio compiuto sulle donne.
Nella votazione si erano astenuti 47 senatori, nessun voto contrario.

Da quell’importante passo imaltrattamenti, le stesse indagini su casi di violenza domestica, violenza sessuale aggravata e di gruppo, atti persecutori, atti sessuali con minorenne, lesioni personali acquisiscono una sorta di precedenza.
Le donne, infatti, hanno 12 mesi per denunciare la violenza subita, invece dei 6 previsti in genere dalla legge.
La vittima deve essere ascoltata entro 3 giorni dalla denuncia, la polizia giudiziaria ed il pubblico ministero devono attivarsi immediatamente. Tutto questo per limitare al massimo la possibilità che la violenza possa essere reiterata.

Questa legge è caratterizzata, dunque, dalla nascita di un nuovo reato: il revenge porn. In seguito alla triste vicenda di Tiziana Cantone, il Parlamento aveva dato il via ad una legge che consentiva a chi aveva subito atti di cyber bullismo, a chiedere che venissero oscurati, rimossi quei contenuti diffusi in rete, dall’ex.

La bellissima ragazza napoletana si era tolta la vita il 13 settembre del 2016, al culmine di un calvario che aveva minato la sua vita, vittima di un sistema che chiamato ‘web‘, vittima della cattiveria inaudita di persone dietro uno schermo e vittima di un ex fidanzato che posta video privati, mettendoli in pasto al mondo effimero e superficiale della rete.
Con il Codice rosso è previsto il carcere, da 1 a 6 anni, per chi diffonde video o foto a contenuto sessuale, per vendetta dopo la fine del legame, ma anche per chi li immette sulla piattaforma.
Le pene aumentano per quei delitti di maltrattamenti contro conviventi e familiari, con aggravanti se la violenza sessuale è consumata a danno od in presenza di minori.
L’altro reato è quello delle lesioni permanenti al viso e sostegno psicologico, punito con la reclusione da 8 a 14 anni. Se lo sfregio porta poi alla morte della vittima, è previsto l’ergastolo.
Per quanto riguarda lo stalking, ossia la persecuzione dell’ex partner, è invece prevista una pena da uno a sei anni e mezzo di carcere, con l’introduzione del braccialetto elettronico, per garantire il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Inoltre, viene introdotto nel codice penale, all’art. 558-bis c.p., il delitto di costrizione o induzione al matrimonio, con il quale è punito con la reclusione da uno a cinque anni, chiunque con violenza o minacci, costringa una persona a contrarre vincolo di natura personale o una unione civile.
Oggi più che mai, in questo 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, diciamo NO alla violenza, Sì alla dignità delle donne.
