Crescono i contagi. Situazione preoccupante, ospedali intasati.
Ultimamente sono stati valutati alcuni strumenti per la prevenzione dal contagio di Covid-19.
Una sorta di piccolo aiuto da casa, oltre al termometro, da usare ovviamente nei casi non gravi. Si tratta del saturimetro, un apparecchio non invasivo utile per misurare la saturazione di ossigeno nel sangue arterioso periferico (SpO2) ed anche per la frequenza cardiaca.
Questi dati permettono di individuare i primi segnali di una polmonite, uno dei sintomi più gravi del coronavirus.
Ormai è sempre più frequente l’uso del saturimetro, chi scrive lo sta facendo da fine marzo, che tra l’altro è molto semplice da usare e non è invasivo ed è utile, dunque, per misurare la percentuale di ossigeno, saturazione, appunto, presente nel sangue, ed anche la frequenza cardiaca e l’intensità della pulsazione.
Si tratta di una sonda a pinza che si mette sull’ultima falange di un dito, ma si può applicare anche sul lobo di un orecchio e nei neonati, invece, sul piede.
Ecco, di seguito, i diversi range di percentuali, dai parametri in base ai dati delle misurazioni dell’ossigeno nel sangue:
sopra il 96% sono considerati valori normali di O2;
tra il 95 e il 93% sono indicativi di possibili problemi di ossigenazione ovvero una parziale assenza dell’ossigeno (lieve ipossia);
tra il 92 e il 90% sono indicativi di ossigenazione insufficiente ed è consigliabile sottoporsi a emogasanalisi (EGA), tuttavia possono risultare normali in caso di persone affette da broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO);
al di sotto del 90% non sono fisiologici e indicano una severa deficienza di ossigeno (grave ipossia), per cui risulta importante sottoporsi a una emogasanalisi.
Inoltre, il valore di 100 misurato senza somministrazione artificiale di ossigeno, può essere sintomo di iperventilazione che può essere dovuta, ad esempio, ad attacchi di panico.