Alessandra di Amiso è stata una martire di cui si hanno pochissime notizie storiche. Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, la sua memoria liturgica cade oggi 20 marzo.
Le uniche due fonti su santa Alessandra Giarratana sono: un breve elogio , tratto probabilmente da una passio perduta (Le “narrazioni della Passione” di Cristo, in latino Passio, hanno origine dai Vangeli. L’uso sottende la radice dal verbo latino patior, “patire” inteso come “soffrire”. In seguito il termine si è esteso per indicare il racconto del supplizio subito dei martiri e dei santi.) e dalla passio di Teodoto di Ancira. Questa località e diocesi sorgeva attorno alla città e l’area metropolitana dell’odierna città di Ankara. L’antica Ancyra era la capitale della provincia romana della Galazia
Secondo il primo testo, al tempo di Massimiano (che fu Cesare e poi Augusto dal 285 al 305 e combattè poi per riavere ilpotere fino alla morte nel 310) sette donne e cioè Alessandra, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia si presentarono al preside di Amiso, (anche Amiso, corrispondente alla città di Samsun si trova nell’odierna Turchia, è un’antica sede vescovile della provincia romana dell’Elenoponto nella diocesi civile del Ponto) professandosi cristiane e rimproverandolo per la sua crudeltà e la sua ingiustizia nel condannare i cristiani. Subito arrestate, furono flagellate, scarnificate e, infine, gettate in una fornace ardente.
Quattro dei nomi sopra ricordati e precisamente Alessandra, Claudia, Eufrasia e Matrona ritornano in un altro gruppo, pur esso di sette vergini, annegate dal prefetto Teotecno e ricordate nella passio, certamente più attendibile, di Teodoto di Ancira. Gli altri tre nomi Giuliana, Eufemia e Teodosia si possono facilmente intravedere nei rispettivi Giulitta, Faine e Tecusa del gruppo di Ancira, commemorato nei sinassari greci e nel Martirologio Romano il 18 maggio.
Con ogni verosimiglianza, quindi, si può concludere che il gruppo di Alessandra e compagne di Amiso non è che un doppione dell’altro formato da Tecusa e compagne di Ancira ed erroneamente attribuito ad Amiso.Altre fonti dicono che Alessandra diventò pazza all’ospedale Ferrarotto di Catania. Probabilmente la prima fonte è stata tratta dalla passio di Teodoto di Ancira e i due gruppi di martiri coincidono.
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