Un dato importante ed interessante presentato giorni fa ad una riunione della Cabina di regia della ‘Terra dei fuochi‘, nella prefettura di Napoli.
Sono stati 194 i roghi nel bimestre giugno-luglio 2020, mentre erano 417, nello stesso periodo del 2019.
Il dato del reoprt sottolinea una netta diminuzione del fenomeno nelle provincie di Napoli e Caserta.
Secondo lo studio nel mese di giugno sono stati 166 i roghi, mentre a luglio sono stati 28.
Certo, il fenomeno esiste, ma è evidente la diminuzione degli eventi incendiari.
Quello che è emerso riguarda, invece, la concentrazione degli eventi delittuosi. Dieci dei più gravi si sono verificati in prossimità di insediamenti abitativi non regolari.
Recentemente uno studio pubblicato sul Journal of Cellular Phisiology ha verificato che sono state rivelate elevate concentrazioni fuori norma
di metalli pesanti nel sangue dei malati di cancro, che vivono in questa terra martoriata tra Napoli e Caserta.
Roghi e rifiuti tossici vengono
smaltiti illegalmente e rilasciano nell’ambiente notevoli quantità di metalli pesanti, come cadmio e mercurio.
Si tratta della ricerca di un progetto pilota coordinato dal direttore dell’Istituto Sbarro di ricerca sul cancro della Temple University a Philadelphia e docente dell’Università di Siena, Antonio Giordano.
C’è quindi la possibile associazione tra esposizione a rifiuti pericolosi ed aumento del rischio di sviluppo del cancro.
Tante vittime innocenti, specialmente bambini ed accanto a loro sempre in prima linea don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in provincia di Napoli, proprio nella Terra dei Fuochi.
Ma Terra dei Fuochi è anche un crimine ambientale dalle grandi dimensioni. Non dimentichiamolo.