Roma: a Palazzo Cipolla “La mostra Dalí. Rivoluzione e Tradizione”. Un Dalì mai visto così
Eccellente selezione di oltre 60 opere mai esposte in Italia tra disegni dipinti, documenti audiovisivi e fotografici per riscoprire un artista straordinario ed inedito
Il genio indiscusso di un artista che è stato capace di rivoluzionare l’arte basandosi sui classici in mostra a Roma, a Palazzo Cipolla, in via del Corso, dal 17 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026.
È l’interessante appuntamento “La mostra Dalí. Rivoluzione e Tradizione”, nella sede del Museo del Corso, con la direzione scientifica di Montse Aguer, a cura di Carme Ruiz González e Lucia Moni, realizzata dalla Fondazione Roma, in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí e grazie al supporto organizzativo di MondoMostre.
Eccellente selezione di oltre 60 opere mai esposte in Italia tra disegni, dipinti, documenti audiovisivi e fotografici, per ripercorrere il panorama creativo di un artista straordinario ed inedito, affascinato ed influenzato dai grandi maestri del suo tempo, ma anche del passato come Picasso, Velázquez, Vermeer e Raffaello, di cui dichiara il suo grande amore.

Una straordinaria figura del Novecento, Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech (Figueres, 1904 – 1989) che, comunque, ha spaziato anche nel campo del cinema, insieme a Luis Buñuel di Un Chien Andalou (1929), ma anche nel campo del design con la progettazione di oggetti famosi come il Telefono aragosta (1936) o il Divano – labbra di Mae West (1937). Nella sua vita è ossessionato dal pensiero di essere la reincarnazione di suo fratello, morto prematuramente, per una meningite, spinto forse dal fatto e i suoi genitori lo chiamano Salvador, proprio come il fratello deceduto. Nel 1960 inizia a lavorare al suo Teatro-Museo a Figueres, una sorta di museo autocommemorativo ideato e creato proprio da lui. La sua carriera artistica giunge ad una tragica va fine, quando nel 1980, la moglie Gala, malata di demenza, gli fa bere un cocktail di farmaci che scatenano un deterioramento del suo cervello. Alla morte della sua amata moglie Gala, due anni dopo, Dalì si lascia morire provando persino il suicidio più volte, senza mai riuscirci. La morte giungerà il 23 gennaio 1989 a causa di un attacco di cuore. La sua salma si trova nel suo Teatro-Museo a Figueres.
La mostra a Palazzo Cipolla presenta opere certificate, che provengono da alcuni dei musei più importanti al mondo, come la Fundació Gala-Salvador Dalí, il Museu Picasso di Barcellona, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Il mondo di Dalì, dalla sua giovinezza fino alle ultime opere, legato al surrealismo, ma anche al cubismo ed alle avanguardie.
Un Dalì sicuramente inedito in quattro sezioni che ci raccontano un grande artista che considerava sacro il suo mestiere. Un Dalì mai visto e da non perdere
Foto tratta dal web
