Lo scorso febbraio è stata abolita la pena di morte nel Colorado, nonostante l’opposizione dei repubblicani. Questo Paese, così, è il 22esimo Stato degli Usa ad abolire la pena di morte.
Giorni fa, il 13 ottobre, invece, in Bangladesh il reato di stupro potrà essere punito anche con la pena di morte.

Ad approvare questo decreto è stato il primo ministro Sheikh Hasina.
Si tratta di un decreto che apporta una modifica sulla pena per questo tipo di ignobile reato, scaturita da una grande ondata di indignazione, a causa di una preoccupante serie di aggressioni sessuali, dove una minima parte di vittime ottengono giustizia.
Nonostante l’opposizione dei gruppi per i diritti umani in Bangladesh sono state giustiziate con l’impiccagione 23 persone dal 2013.
Due opposti, vita e morte. Proprio nell’enciclica Evangelium vitae di Papa Giovanni Paolo II auspicava segnali di cambiamento per una nuova civiltà della vita: “La sempre più diffusa avversione dell’opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di ‘legittima difesa’ sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l’ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi”.
La pena di morte rappresenta un trattamento crudele e disumano, nonostante l’abominevole reato commesso su donne innocenti, vittime di una violenza inaudita e mostruosa. Non è proporzionale al delitto commesso. Sarebbero opportune leggi adeguate e pene certe.
Pena di morte: la civiltà si uccide così.
Foto tratte dal web
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