La libertà dei giornalisti va tutelata

“Chi minaccia e aggredisce un giornalista non solo viola la sua persona ma attacca il nostro sistema democratico”.

Si è espresso così il viceministro dell’Interno Matteo Mauri, in occasione del webinar organizzato dalla prefettura di Ferrara, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, con la partecipazione di studenti ed  insegnanti delle scuole superiori.

Quel che, tra l’altro, è importante ricordare è che è stato riattivato il Centro di coordinamento contro le intimidazioni ai giornalisti.

La libertà dei giornalisti va protetta, tutelata e proprio il Centro di Coordinamento con la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti, con un   Osservatorio, presso la direzione centrale della Polizia criminale, sono stati attivati per  prevenire e contrastare ogni tipo di intimidazione.

Troppo spesso i giornalisti sono oggetto di minacce, ma anche di attacchi.  Un ruolo determinante lo svolgono, quindi, le Forze dell’ordine, proprio per evitare tali episodi discriminatori. 

Sigfrido Ranucci, Marilena Natale, Paolo Borrometi
Sigfrido Ranucci, Marilena Natale, Paolo Borrometi

Molto note sono le vicende, ad esempio, del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, attaccato per le sue inchieste dagli hacker, di  Marilena Natale minacciata per il suo lavoro di giornalista e, per questo, costretta a vivere sotto scorta, come Paolo Borrometi, giornalista siciliano di 35 anni, da anni costretto a vivere lontano dai suoi familiari, sotto scorta. 

Basta pensare che solo nel 2020 sono stati registrati 83 episodi di cronisti minacciati e sono 20 i giornalisti sotto protezione. Le regioni dove si concentrano   particolarmente gli atti intimidatori sono Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia.

A tal proposito, il vice direttore generale della Polizia Vittorio Rizzi, che presiede l’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, ha affermato che “ l’odio è nemico della libertà di informazione… ma ” non è solo un problema di polizia – ha aggiunto Rizzi – perché serve una crescita culturale di tutta la società civile”. 

Foto tratte dal web

 

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