Franco Marini, l’ex senatore, leader della Cisl, se ne è andato a 87 anni, stanotte a Villa Mafalda, dove era ricoverato per i postumi del coronavirus.
Era stato dimesso a fine gennaio dal reparto Covid dell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti.
Unanime il cordoglio dal mondo politico di questa figura della Democrazia cristiana, passata successivamente nel 1994 al Ppi, del quale è stato il leader.
Ministro del Lavoro nel 1991- 92 nel governo Andreotti, è stato presidente del Senato nel 2006-08.
Nato a San Pio delle Camere, piccolo paese abruzzese, figlio di un operaio nella fabbrica della Snia di Rieti, aveva sei fratelli. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, entra nella Cisl. Appassionato di montagna, è stato anche ufficiale negli alpini e ha praticato per anni lo sci alpinismo al Terminillo.
Nel 1985, al decimo congresso è proclamato segretario generale. Poi l’ingresso in politica. Poi il ‘lupo marsicano’, come veniva chiamato, entra in politica nel 1991, grazie al l’intuizione del leader democristiano Carlo Donat Cattin. Gli affida ”Forze nuove”, una sorta di avamposto del sindacalismo cattolico dentro la Dc. È anche ministro del Lavoro e presidente del Senato, ed in una situazione non certo facile, si rivela un politico scrupoloso ed attento. È in accordo con Giulio Andreotti, quando entra in Parlamento nel 1992.
Sarà Mino Martinazzoli a cedergli il testimone, facendolo diventare segretario del partito popolare, il neo partito nato sulle ceneri della Dc.
“Oggi piangiamo la scomparsa di Franco Marini, politico e sindacalista di spessore – si è espressa così il presidente del Senato Elisabetta Casellati – uomo di indiscussa integrità morale. Presidente del Senato e Ministro, è stato un importante protagonista della nostra storia repubblicana. L’Italia ricorderà il suo prezioso contributo, nei ruoli politici e istituzionali, sui temi del lavoro e sul rafforzamento della democrazia parlamentare. Ai familiari giunga il mio cordoglio e quello del Senato della Repubblica”.
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