Conoscersi e riconoscersi “Figlie del silenzio”. A parlarci del nuovo libro di Francesca Silvestri l’autrice e regista teatrale Carla Gariazzo
Parlare del libro di Francesca Silvestri “Figlie del silenzio“, Les Flâneurs Edizioni, non è facile. O meglio sarebbe facile dire: è un bel libro, scritto bene, su un argomento molto interessante…ma c’è altro, molto altro.

La capacità da parte dell’autrice di empatizzare con la donna che è il personaggio, anzi la persona protagonista del romanzo ne fa davvero qualcosa di altro. È come parla e descrive questa donna, come ci racconta i suoi sentimenti, le sue sensazioni come ci conduce, in modo asciutto eppure sensibile nel cuore e nella mente di una persona in cerca delle proprie radici e che si imbatte in una storia di famiglia piena di misteri e rimandi ad altro che a mio parere merita la lettura di questo che non so se chiamare solo romanzo. Matilde soffre di qualcosa che non sa definire se non come mancanza, come un pezzo di sé che non riesce a raggiungere: a mio avviso tutto ciò è figlio del nostro tempo. Tutti noi è come se avessimo in atto sempre una dicotomia fra tutto ciò che facilmente possiamo raggiungere con un click e tutto ciò che sentiamo è sotteso ad esso ma che non capiamo e che forse con grande dedizione e pazienza possiamo portare alla luce. Che è possibile portare alla luce solo come la nostra protagonista che con una lentezza e una caparbietà di altri tempi raggiunge la possibilità di riconoscersi.
La seconda parte della storia, quella che potremmo definire romanzata è molto coinvolgente, piena di piccoli e grandi atti rivoluzionari di persone vere, che nel romanzo si relazionano con la co protagonista della storia “zia Alaide”, persone che nella loro modernità hanno davvero cambiato il pensiero. Anche se spesso non sappiamo di dover loro tanto della nostra capacità di decodifica del presente.
E poi la condizione femminile, i trattamenti sanitari per la disabilità mentale cose che apparentemente appartengono ad un passato, a quel passato…ma che invece ci interrogano sul presente che è molto simile ma che si è dato una bella mano di intonaco!
Che dire ancora? Francesca Silvestri si conferma una autrice attenta e raffinata, consiglio la lettura di questo libro ma anche del suo primo “L’arrocco” stessa casa editrice, anch’esso pieno di risorse e stratificazioni che portano a far intraprendere al lettore sue personali ricerche che da essi partono.