Emergenza Ucraina: evacuate oltre 80 persone fragili dalla Croce Rossa Italiana
Da Leopoli in Italia la prima missione di evacuazione di civili
Gesù disse: “…. ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Mt, 24/45
È quello che è stato compiuto in questi giorni, quando ancora una volta è stata tesa la mano a chi non ha più niente, a chi è disabile e soprattutto ha perso tutto in questo mese di guerra tra Russia ed Ucraina: la prima missione di evacuazione di oltre 80 persone fragili tra i quali un bambino di tre mesi che, da Leopoli, sono giunti in Italia. Un’ operazione effettuata in collaborazione con il Dipartimento di Protezione civile
Lo scorso 18 marzo, alle prime luci dell’alba una colonna è partita dal Centro operativo nazionale emergenze di Roma, alla volta di Leopoli, in Ucraina.
36 operatori con 16 mezzi, provenienti da tutta Italia, per effettuare l’evacuazione di persone fragili, la maggior parte delle quali con gravi disabilità e spesso alcune anche allettate, Ucraina, Polonia, passando per la Repubblica Ceca ed Austria per poi arrivare in Italia.
Una missione richiesta dalla Croce Rossa Ucraina, tramite la Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Da Settimo Torinese, dall’Umbria, da Orte e da altre parti d’Italia volontari, medici ed infermieri, con Ignazio Schintu, direttore Operazioni emergenze e soccorsi della Cri, con una notevole esperienza dall’Iraq a Haiti, si sono mossi per offrire il loro sostegno, come fanno ormai da 150 anni, istituzionalizzata nel 1928 dalla XIII Conferenza Internazionale dell’Aja.
Al loro arrivo uno scenario terribile, con campi di accoglienza, allestiti appena la dogana, e persone in fila da giorni che aspettano la possibilità di poter passare la dogana per poi essere autorizzati a lasciare la loro patria. Provengono da ogni parte dell’ Ucraina: da Lutsk a Kharhiv fino a Kiev, sui loro occhi l’orrore della guerra.
“Ho visto un padre accompagnare la sua famiglia – racconta il delegato all’emergenza operazioni e soccorsi del comitato Croce Rossa di Orte, in questo contesto in qualità di operatore di emergenza Andrea Ariza – con le lacrime agli occhi mentre baciava la moglie, un figlio piccolo e l’altro adolescente, mentre lui sarebbe ritornato a combattere per l’Ucraina, il suo Paese”.
Tra bombardamenti ed attacchi che segnano un bilancio e di morte da entrambe le parti militari, che colpisce gli inermi civili, il mondo del volontariato, come sempre dunque, si è mobilitato.
“Un viaggio lunghissimo, perché è stato scelto il percorso più sicuro per rendere meno pesante la situazione delle persone soccorse – prosegue Andrea Ariza – si trattava di persone con particolari patologie, che avevano continua necessità di essere assistite in tutto, anche nella pulizia personale”.
Una missione complessa, sotto ogni punto di vista, con le ambulanze e pulmini attrezzati per i disabili in carrozzina. Appena arrivati a Leopoli è stato necessario fare un censimento, successivamente un triage per stabilire le condizioni dei pazienti che avrebbero affrontato il viaggio e poi i tamponi.
Una volta ultimate tutte le operazioni che prevedevano anche il controllo alla dogana molto rigido, sono partiti, per poi rientrare in Italia il 21 marzo scorso.
Un viaggio della solidarietà, dell’amore verso i più deboli, i più fragili, perché come ha ribadito Papa Francesco a proposito del grande impegno del volontariato in questa situazione così tragica: “Questo modo di reagire è fondamentale e indispensabile, rigenera il tessuto umano e sociale, in presenza di una ferita così grave e così grande come quella causata dalla guerra“.
Foto Croce Rossa Italiana

