Questa settimana la redazione di InfiniteRealtà.it propone ai suoi cari lettori uno scritto di Padre Michel Quoist (Le Havre 1921 – Le Havre 18 dicembre 1997) sacerdote e poeta francese, con il padre ateo e la mamma cattolica. A diciotto anni entra il seminario, ma diventa cieco, a pochi mesi dal suddiaconato. Riacquista la vista a poco a poco e viene ordinato sacerdote nel 1947.

SIGNORE, HO IL TEMPO
Sono uscito, o Signore. Fuori la gente usciva. Andavano, venivano, camminavano, correvano. Correvano le bici. Correvano le macchine. Correvano i camion. Correva la strada. Correva la città. Correvano tutti. Correvano per non perdere tempo. Correvano dietro al tempo, per riprendere il tempo, per guadagnar tempo.
Arrivederci, Signore, scusi, non ho tempo. Ripasserò, non posso attendere, non ho tempo. Termino questa lettera, perché non ho tempo. Avrei voluto aiutarla, ma non ho tempo. Non posso accettare… per mancanza di tempo. Vorrei pregare, ma non ho il tempo.
Tu comprendi, o Signore, non hanno il tempo.
Il bambino, gioca, non ha tempo subito… più tardi… Lo scolaro, deve fare i compiti, non ha tempo… più tardi… L’universitario, ha i suoi corsi e tanto lavoro, non ha tempo… più tardi… Il giovane, fa dello sport, non ha tempo… più tardi… Il padre di famiglia, ha i bambini, non ha tempo… più tardi… I nonni, hanno i nipotini, non hanno tempo… più tardi… Sono malati! Hanno le loro cure, non hanno tempo… più tardi… Sono moribondi, non hanno… Troppo tardi! Non hanno più tempo.
Così gli uomini corrono tutti dietro al tempo, o Signore. Passano sulla terra correndo, frettolosi, precipitosi, sovraccarichi, impetuosi, avventati. E non arrivano mai a tutto, manca loro tempo, anzi manca loro molto tempo. Signore, Tu hai dovuto fare un errore di calcolo.
V’è un errore generale; le ore sono troppo brevi, i giorni sono troppo brevi, le vite sono troppo brevi. Tu, che sei fuori del tempo, sorridi, o Signore, nel vederci lottare con esso, e Tu sai quello che fai.
Tu non ti sbagli mai quando distribuisci il tempo agli uomini. Tu doni a ciascuno il tempo di fare quello che Tu vuoi che egli faccia. Ma non bisogna perdere tempo, sprecare tempo, ammazzare il tempo. Perché il tempo è un regalo che Tu ci fai, ma un regalo deteriorabile, un regalo che non si conserva.
Signore, ho il tempo. Tutto il tempo che tu mi dai. Gli anni della mia vita. Le giornate dei miei anni. Le ore delle mie giornate. Sono tutti miei. A me spetta riempirli, serenamente, con calma, ma riempirli tutti, fino all’orlo. Non ti chiedo, o Signore, il tempo di fare questo e poi ancora quello che io voglio. Ti chiedo la grazia di fare coscienziosamente, nel tempo che tu mi dai, quello che Tu vuoi ch’io faccia.
padre Michel Quoist
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