Emergenza Covid-19: tra fase due, rischi e durezza di cuore

Emergenza coronavirus tra morti,  contagi diminuiti, polemiche e ‘bagarre’ politiche, continua o almeno così è scritto sulla pagina Facebook del Premier Giuseppe Conte, il lavoro del Governo.
Stanno coordinando la gestione della fase due. Sono state prorogate al 3 maggio le misure restrittive, tra cittadini stanchi di questa situazione, tra cittadini che invece la rispettano, perché si rendono conto che ognuno di noi deve fare la propria parte, mentre i  soliti furbetti  escono ben due volte al giorno, tutti i giorni.

Medici, sanitari  Forze dell’ordine e volontari messi a dura prova  in prima linea ed  ancora vittime, purtroppo. Per non parlare poi degli anziani, sicuramente le vittime più colpite, decimati giorno per giorno e soli.

Dall’altra parte poi ci sono le imprese, le attività commerciali che chiedono insistentemente di ripartire, al più presto. Interessi enormi spingono alla ripresa, i poveri sono sempre più poveri ed a loro si aggiungono i nuovi poveri, i precari, chi lavora in nero. La burocrazia allunga i tempi, le scadenze vengono prorogate quando sono già scadute. La commissione diretta da Vittorio Colao dovrebbe tenerne conto. 15 task force che si intersecano tra di loro. Vediamo come va a finire.

La linea di questo governo sembrerebbe quella che ha scelto di mettere in primis la salute dei cittadini, o meglio la tutela della salute dei cittadini. Credo che ormai l’abbiamo capito tutti, che bisogna evitare in tutti i modi il contagio, perché verrebbe vanificato tutto questo tempo, che abbiamo trascorso in casa. Questo è riferito a noi che abbiamo rispettato le norme stando a casa.
Riprendere totalmente tutte le attività significa ripiombare nel contagio incontrollato.  Insomma, quella curva salirebbe nuovamente. Ci vuole cautela, non si può giocare con la vita del prossimo, degli altri, dei più deboli dei bisognosi, come già è stato fatto.
È necessario un piano di ripresa, sicuramente ben articolato, che tenga conto del programma e del parere degli scienziati, in modo da far convogliare tutti i dati, per poi avviare una ripresa.

In vari paesi del Mondo la scelta di eliminare frettolosamente le misure anti covid 19, secondo l’Oms potrebbe portare ad un ritorno dell’epidemia. Infatti l’Organizzazione Mondiale Sanità ha lanciato un monito a quei Governi che già lo stanno facendo.  Per quanto riguarda l’Italia, il professor Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto Primo di Roma, intervenendo in una trasmissione televisiva, ha parlato di una chiusura per altre due settimane, per poi valutare i risultati e ripartatire lentamente a maggio.

Alla luce di tutto questo, le parole di Papa Francesco della scorsa domenica nella celebrazione della Santa Messa a Santo Spirito in Sassia, in occasione della Domenica in Albis, festa della Divina Misericordia, offrono uno spunto per riflettere: “Senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno”.
Già, è così. Eppure in molti pensano solo al ritorno alla normalità, alla cosiddetta fase 2, non rendendosi conto di un nemico ormai imminente: l’egoismo. È  Papa Francesco  ancora una volta  a guidarci in questo tempo così buio affermando: “Mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me”.

L’egoismo ci sta disumanizzando. Una sconfitta essere così.

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